Martedì 21 Ottobre 2025 | 15:22

Mottola, la Casa di Comunità resta chiusa: mancano medici e infermieri

Mottola, la Casa di Comunità resta chiusa: mancano medici e infermieri

 
Francesco Francavilla

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Francesco Francavilla

Mottola, la Casa di Comunità resta chiusa: mancano medici e infermieri

Interventi terminati da mesi nell’ex ospedale e costati 1,2 milioni ma la cittadinanza resta ancora in attesa di una risposta dell’Asl

Martedì 21 Ottobre 2025, 12:48

La tanto attesa Casa di Comunità a Mottola continua a restare chiusa, nonostante le promesse e un’inaugurazione solo annunciata. Il 24 settembre scorso, un noto quotidiano nazionale definiva quella mottolese come l’unica Casa di Comunità con tutti i servizi attivi, fatta eccezione per i medici di famiglia e gli infermieri. In pratica, l’essenza stessa della struttura.

A oltre un anno dall’inizio dei lavori e terminati nei mesi scorsi, finanziati con 1,2 milioni di euro provenienti dal Pnrr, i locali restano ancora inutilizzati: la popolazione di Mottola e dei Comuni limitrofi, in larga parte anziana, resta in attesa risposte e servizi. I dieci medici di Medicina Generale in attività presso il Comune hanno chiarito la loro posizione: sì al trasferimento nella nuova sede, presso il Pta (Presidio Territoriale di Assistenza) di via Silvio Pellico, ma con riserve e perplessità.

Il motivo? Nessuna chiarezza sul modello organizzativo in cui dovranno operare. In una lettera inviata al Direttore Generale dell’Asl di Taranto il 29 maggio scorso, i medici hanno chiesto esplicitamente un modello strutturale di livello 3 (l’ex Centro Polifunzionale Territoriale) o, in alternativa, di livello 2.

L’obiettivo dichiarato è «aumentare efficienza, favorire la multidisciplinarietà e garantire la continuità assistenziale», soprattutto in un territorio vasto come quello mottolese (oltre 292 chilometri quadrati), dove i bisogni sanitari sono elevati e spesso complessi.

Ma al nodo organizzativo si aggiunge un ulteriore ostacolo: la mancata connessione informatica tra il front office e gli ambulatori, un dettaglio tutt’altro che secondario, che impedirebbe il pieno funzionamento della struttura.

Eppure, secondo i medici, il collegamento era previsto nell’appalto. A complicare ulteriormente il quadro è la progressiva riduzione degli ambulatori specialistici all’interno dello stesso Pta, oggi in gran parte inattivi: manca ad esempio urologia ed è stato ridimensionato il servizio di cardiologia. Questo costringe molti cittadini, soprattutto anziani, a spostarsi verso strutture sanitarie più lontane, oppure, per chi può permetterselo, a ricorrere ai servizi privati locali.

A oggi i professionisti aspettano una risposta formale dall’Asl, ribadendo la piena disponibilità al dialogo e alla collaborazione. Ma mentre le parole restano sulla carta, le porte della Casa di Comunità restano chiuse.

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