Domenica 07 Settembre 2025 | 00:12

Morì cadendo dall’elicottero nel Tarantino, fissato l’appello per il militare

 
Alessandra Cannetiello

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Alessandra Cannetiello

Morì cadendo dall’elicottero nel Tarantino, fissato l’appello per il militare

In primo grado condannato un sottufficiale della Marina. La vittima dell’incidente fu Alessandro Schettini, 32enne di ostuni

Venerdì 10 Gennaio 2025, 12:25

Comincerà a luglio il processo d’appello nei confronti del sottufficiale della Marina Militare Alessandro Benvenuti, condannato per omicidio colposo a 1 anno e 4 mesi con pena sospesa per la morte di Alessandro Schettini, 32enne elicotterista di Ostuni precipitato il 15 marzo 2016 durante un’esercitazione militare.

Difeso dall’avvocato Gaetano Cingari, Benvenuti era addetto alle manovre di recupero sull’elicottero durante l’incidente che portò alla morte del collega: nell’atto di impugnazione, il difensore sostiene che il suo assistito abbia eseguito correttamente ogni singolo passaggio previsto dalla procedura durante la risalita del collega deceduto e che la sua caduta sia avvenuta prima di riuscire a salire sull’elicottero.

Durante l’incidente probatorio, il perito incaricato dal tribunale, l’ingegnere Gualtieri, aveva accertato che la vittima era seduta vicino al bordo del pavimento dell’elicottero e che l’imbracatura, per via del cavo allungato, si fosse allentata all’altezza della vita. Lo spazio ristretto nella cabina dell’elicottero, secondo la perizia, non permise al militare margine di movimento per mettersi in sicurezza all’interno dei velivolo e che per questa combinazione di fattori, fosse fuoriuscito dalla braca ancora appeso, mentre Benvenuti sorreggeva la maniglia.

Il difensore invece ritiene che le contro perizie, le testimonianze dell’equipaggio, oltre ai dati della scatola nera e alle conclusioni della Commissione Interministeriale presso l’Ispettorato per la Sicurezza del Volo dell’Aeronautica militare, smentiscano le conclusioni della sentenza. Un reato andato prescritto durante il dibattimento, ma l’avvocato Cingari ritiene che le evidenze degli atti siano sufficienti per far assolvere il suo assistito.

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