Sabato 06 Settembre 2025 | 13:47

Taranto, operazione all'alba: fiumi di droga in città, anche in una discoteca VIDEO/ TUTTI I NOMI

 
FRANCESCO CASULA

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FRANCESCO CASULA

Taranto, in corso operazione della  Polizia: 22 gli indagati per detenzione e spaccio

Diciassette sono destinatari della misura della custodia cautelare, 8 in carcere e 9 ai domiciliari, e 5 dell’obbligo di firma

Mercoledì 20 Marzo 2024, 07:20

12:30

TARANTO - Droga importata dalla Spagna o dal Barese e poi immessa nelle piazze di spaccio di Taranto. Droga tradizionale come hashish e cocaina, ma anche droghe sintetiche come Mdma che veniva ceduta soprattutto all’interno della discoteca Sound Department, luogo della movida chiuso alcuni giorni fa per la mancanza di norme di sicurezza e l’arresto di alcuni giovani per possesso di droga e dl gestore trovato con una pistola nel cassetto dell’ufficio.

 

L’indagine ribattezzata “Nettuno” ha portato a 22 misure cautelari firmate dal gip Francesco Maccagnano su richiesta del pubblico ministero Vittoria Petronella che ha coordinato le indagini della Squadra mobile: il gip Maccagnano ha disposto 8 misure in carcere e 9 domiciliari, mentre per 5 è stata adottato l’obbligo di firma presso gli uffici di polizia giudiziaria. In cella sono finiti Michele D’Elia, che risponde anche di ricettazione per aver firmato un assegno da 5mila euro per coprire l’incasso illecito proveniente da una partita di stupefacenti, Alessandro Masella, Gabriele Guarino, Antonio Cardone, Massimo Catapano, Cataldo Inerte, Luciano Nuccio, Iraldo Sammartino. Agli arresti domiciliari sono finiti invece Lorenzo Ventrella, Francesco Martinese, Nicola Masella, Ivan Colucci, Raffaele Brunetti, Francesco Attolino, Marco Speranza, Simone Zacometti.

Ai domiciliari inoltre è finito anche Damiano Ranieri, elementi di spicco della criminalità tarantina, coinvolto nelle inchieste sul racket ai mitilicoltori: a lui e ad Alessandro Masella è contestato il reato di estorsione per aver imposto a un pusher di versare denaro per una partita di droga andata persa: quella modalità di richiesta, secondo il gip Maccagnano, era stata avanzata nel tipico stile mafioso. Un’intimidazione che secondo il magistrato merita di essere valutata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce a cui è stato trasferito questo segmento dell’indagine.

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