TARANTO - I poliziotti del Commissariato Borgo, in collaborazione con il personale della Capitaneria di Porto di Taranto, hanno ispezionato le zone dove abitualmente avviene lo scarico di cozze allevate nei seni del Mar Piccolo per le quali è in vigore il divieto di prelievo e di commercializzazione.
In uno di questi servizi di controllo, gli agenti hanno notato un uomo che stava prelevando da un’imbarcazione alcuni sacchi di mitili per caricarli nel cofano della sua Fiat Bravo. Gli agenti hanno seguito l’auto, arrivando fino ad una pescheria nel comune di Statte. Immediato l’intervento del personale che ha sequestrato 35 sacchi di cozze e circa una ventina di vaschette di cozze lavorate a mezzo guscio che erano state appena scaricate dal cofano dell'auto.
Dopo aver affidato tutta la merce sequestrata al personale specializzato dell’ASL di Taranto per la successiva distruzione, il proprietario della Fiat ed il titolare della pescheria sono stati denunciati in stato di libertà perché ritenuti presunti responsabili del reato di commercio di sostanze alimentari nocive in concorso tra loro.
MITILICOLTURA, «CHIEDIAMO STATO DI CALAMITA' PER TARANTO»
Lo dice l'eurodeputata dei Verdi europei, Rosa D’Amato, che ha inviato una lettera alla Regione Puglia in merito allo stato di calamità richiesto dal comparto della mitilicoltura di Taranto. «Le alte temperature di queste settimane stanno mettendo in ginocchio la mitilicoltura. Delle 15mila tonnellate di mitili prodotte a Taranto quest’anno, quasi la metà, 7mila, sono andate perse a causa del caldo record. Un danno, in termini economici, di oltre cinque milioni di euro. Servono misure immediate per sostenere il comparto, a partire dalla proclamazione dello stato di calamità».
«Ma servono anche impegni strutturali - aggiunge - perché il cambiamento climatico, purtroppo, non è un fenomeno passeggero come certi negazionisti al governo vogliono far credere. In tal senso, è grave lo stallo delle bonifiche del mar Piccolo: come hanno denunciato le organizzazioni della pesca, l’impossibilità di utilizzare il primo seno accresce i problemi di saturazione di ossigeno provocati dalle alte temperature, che a loro volta provocano la moria dei mitili». «È ora che governi nazionale e regionale battano un colpo per salvare un comparto fondamentale per la città», conclude D’Amato.