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Taranto, ceneri del defunto disperse in spiaggia: sotto accusa un 56enne

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto, ceneri del defunto disperse in spiaggia: sotto accusa un 56enne

Il Comune aveva autorizzato l’operazione, ma a oltre 1 miglio dalla costa

Martedì 25 Luglio 2023, 11:46

Rischia una pena fino a un anno di reclusione un 56enne di Taranto pizzicato a disperdere le ceneri di un defunto sulla battigia di Punta Rondinella a Taranto.

È stato il pubblico ministero Marzia Castiglia a firmare nelle settimane scorse l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti dell’uomo accusato ora di distruzione di cadavere, ma in una forma più lieve: il magistrato ha infatti contestato nei confronti dell’uomo «la dispersione delle ceneri non autorizzata dall'ufficiale dello stato civile, o effettuata con modalità diverse rispetto a quanto indicato» che il codice penale punisce con una pena compresa tra i due e dodici mesi di reclusione e una multa che può variare da un minimo di 2mila e 500 euro fino a un massimo di 12mila.

I fatti risalgono a ottobre 2019 quando i finanzieri di Taranto, impegnati in un servizio di controllo della zona portuale, hanno notato un carro funebre di un’azienda di Taranto dinanzi allo specchio acqueo della zona a pochi metri da Lido Azzurro: l’auto funebre non aveva alcuna bara al suo interno e questo ha fatto insospettire ancora di più gli investigatori delle fiamme gialle che si sono così fermati a una distanza tale da osservare il mezzo e l’umo e capire cosa stesse accadendo.

Dalla loro postazione si sono accorti che il mezzo si era fermato su un tratto di strada sconnesso e l’uomo si stava dirigendo verso la spiaggia tenendo in mano una busta: qualche minuto dopo hanno notato l’uomo tornare in auto, adagiare su sedile del passeggero il contenuto della busta e ripartire. A quel punto hanno deciso di fermare il veicolo ed effettuare un controllo.

Il 56enne non ha fatto mistero di quanto appena accaduto spiegando di aver disperso le ceneri del defunto su richiesta della moglie con un’autorizzazione concessa dal Comune di Taranto. L’uomo, tuttavia, ha aggiunto che l’autorizzazione prevedeva la dispersione a un miglio e mezzo dalla costa, ma poiché non disponeva di un mezzo nautico non aveva potuto esaudire in maniera precisa l’ultimo desiderio della donna, ma aveva pensato che in fondo lasciare i resti sulla spiaggia sarebbe stato più o meno la stessa cosa.

Per i finanzieri, però, quella differenza era particolarmente significativa al punto che hanno immediatamente redatto una relazione di servizio e inviato alla procura l’informativa contestando l’ipotesi di reato. Non solo. Attraverso un sasso e una bottiglia i militari hanno recuperato i resti del defunto poi restituiti alla vedova.

La vicenda quindi, è finita sul tavolo del pm Castiglia che ha confermato la ricostruzione degli investigatori e ha chiuso le indagini preliminari nei confronti del 56enne. L’indagato e il suo avvocato difensore, avranno ora 20 giorni di tempo dal momento della notifica dell’avviso per chiedere di essere interrogato o presentare memorie fornendo la propria versione dei fatti. Poi toccherà al pm Castiglia decidere se archiviare le accuse oppure chiedere il rinvio a giudizio.

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