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Taranto: rogo nell'attico in piazza Carmine, via libera ai lavori di messa in sicurezza

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto:  rogo nell'attico in piazza Carmine, via libera ai lavori di messa in sicurezza

L'incendio nell'attico

Morì una donna di 83 anni. Incendio colposo e omicidio colposo sono le ipotesi di reato contro ignoti su cui stanno lavorando gli inquirenti

Domenica 12 Marzo 2023, 14:21

TARANTO - Via libera ai lavori di messa in sicurezza, ma l’attico di piazza Carmine devastato dal rogo del 30 gennaio scorso resta sotto sequestro. È quanto ha stabilito il pubblico ministero Mariano Buccoliero dopo la richiesta di dissequestro presentata il 2 marzo scorso dalla figlia di Rosalia Mistretta, l’83enne morta tra le fiamme di quel terribile incendio. La figlia della vittima, assistita dall’avvocato Andrea Silvestre, aveva chiesto al magistrato di rimuovere i sigilli per poter ottenere la disponibilità dell’immobile al nono piano dello stabile nel centro di Taranto, ma il pm Buccoliero ha ritenuto che «ai fini investigativi occorre mantenere il sequestro del piano interessato dall’incendio»: il magistrato ha però concesso l’ok «a effettuare lavori di riparazione e messa in sicurezza dell’immobile» e ha però disposto che l’accesso all’appartamento dovrà essere «previamente comunicato» ai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile di Taranto che dovranno curare i controlli del caso con l’eventuale collaborazione dei Vigili del fuoco.

L’inchiesta aperta contro ignoti dalla procura dopo la tragedia, quindi, è ancora in corso: incendio colposo e omicidio colposo sono le due ipotesi di reato contro ignoti su cui stanno lavorando al momento gli inquirenti. Oltre ai carabinieri del Norme ai Vigli del Fuoco, il pm Buccoliero ha affidato anche agli specialisti del Ris di Roma il compito di indagare sulle cause dell’incendio. La relazione iniziale dei Vigili del fuoco aveva rassicurato gli inquirenti sul fatto che «non sono emerse problematiche di staticità e sicurezza dello stabile» e l’ultima inviata lo scorso 8 marzo ha invece permesso al magistrato di concedere l’autorizzazione all’avvio dei lavori.

Ai militari del Reparto Investigazioni Scientifiche dell’Arma sono invece stati affidati sostanzialmente due compiti: il primo è quello di ricercare nell’attico al nono piano dello stabile eventuali sostanze che potrebbero aver generato le fiamme e poi quello di analizzare nei laboratori della caserma romana «Salvo D’acquisto» i campioni prelevati nell’appartamento. Gli accertamenti dei carabinieri sono partiti il 23 febbraio scorso: i militari nelle prossime settimane dovranno fornire al magistrato ulteriori informazioni rispetto a quelle già fornite dei vigili del fuoco nei giorni immediatamente successivi. Inizialmente le attività investigative si erano concentrate in particolare su alcuni elettrodomestici, una stufa e una televisione, che a causa di un corto circuito potrebbero aver generato delle scintille trasformate rapidamente in fiamme per il contatto con la moquette. Fiamme cresciute in un tempo talmente veloce, divorando il legno e i tendaggi dell’appartamento, al punto da rendere immediatamente rovente quella casa.

L’anziana donna era seguita da due badanti e dalla figlia che abitazione al piano sottostante: l’incendio purtroppo si è sviluppato tra le 15 e le 16, orario che non era coperto dalle badanti, ma durante il quale la donna era solita dormire su una poltrona. Le fiamme, purtroppo, si sono sviluppate esattamente in quei minuti in cui nessuno ha potuto trarla in salvo.

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