Nel 2016, in seguito all’incidente nell’ex Ilva di Taranto, che causò la morte dell’operaio Giacomo Campo, il Procuratore della Repubblica, Carlo Mario Capristo, "riceveva indicazioni» dall’avvocato Piero Amara per la nomina di Massimo Sorli quale consulente tecnico. Inoltre lo stesso Procuratore «sollecitava i suoi sostituti a provvedere con massima sollecitudine al dissequestro dell’Afo (Altoforno) 4, poi avvenuto in 48 ore». Sono alcuni degli elementi emersi dall’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza che oggi ha portato a quattro arresti e all’obbligo di dimora per Capristo.
E, da Procuratore della Repubblica di Taranto, Capristo, "manifestava apertamente, all’esterno e all’interno del suo ufficio la sua posizione dialogante» con Nicola Nicoletti, consulente dei commissari Ilva in amministrazione straordinaria, accreditando così lo stesso Nicoletti e Amara «come elementi indispensabili» per la gestione dei rapporti con l’autorità giudiziaria.
Secondo gli investigatori coordinati dalla Procura della Repubblica di Potenza, da parte di Capristo c'era inoltre una "benevola predisposizione ad assecondare e considerare le esigenze della struttura commissariale», determinando «un complessivo riposizionamento del suo ufficio rispetto alle pregresse, più rigorose strategie processuali e investigative manifestate dalla Procura della Repubblica diretta dal suo predecessore».

Sono alcuni degli elementi emersi dall’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza che oggi ha portato a quattro arresti e all’obbligo di dimora per l'ex procuratore
Martedì 08 Giugno 2021, 13:50