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Taranto, fumi dall'ex Ilva, la requisitoria: «Fabbrica gestita in modo criminale»

 
Redazione online

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Il pm Buccoliero: "Impianto incompatibile con salute della gente e degli operai"

Lunedì 01 Febbraio 2021, 19:21

19:49

TARANTO - "La fabbrica è stata gestita in maniera sciagurata e criminale. Chi doveva controllare non ha controllato, ha controllato male, o è stato ingannato dalla falsificazione dei dati dei laboratori Ilva». Sono pesantissime le accuse rivolte dal sostituto procuratore Mariano Buccoliero durante l’avvio della requisitoria del processo chiamato «Ambiente svenduto» per il presunto disastro ambientale causato dallo stabilimento siderurgico negli anni di gestione della famiglia Riva. Oggi è iniziata la discussione dinanzi alla Corte d’Assise di Taranto (presidente Stefania D’Errico, a latere Fulvia Misserini e sei giudici popolari) nell’aula magna della scuola sottufficiali della Marina militare. I rappresentanti della pubblica accusa (gli altri pm sono Remo Epifani, Raffaele Graziano e Giovanna Cannalire) parleranno anche domani, dopodomani e nei primi tre giorni della prossima settimana per ricostruire l’attività investigativa e formulare, a conclusione degli interventi, le richieste di condanna.

Sono 47 gli imputati: 44 persone fisiche (tra dirigenti ed ex dirigenti del Siderurgico, politici e imprenditori) e tre società (Ilva, Riva Fire e Riva Forni elettrici). A cinque anni dal secondo rinvio a giudizio, decretato dopo una falsa partenza del processo a causa di un vizio di forma, si è giunti alla fase finale della discussione delle parti. Tra gli imputati ci sono i fratelli Fabio e Nicola Riva, dell’ex proprietà Ilva, l’ex responsabile Rapporti istituzionali Ilva Girolamo Archinà, l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefano, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, l'ex presidente dell’Ilva Bruno Ferrante, l’ex direttore generale Arpa Puglia, Giorgio Assennato, funzionari ministeriali per l’Aia 2011 e funzionari regionali. Circa mille le parti civili. A vario titolo sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di acque e sostanze alimentari, getto pericoloso di cose, omissione di cautele sui luoghi di lavoro, due omicidi colposi in relazione alla morte sul lavoro di due operai, concussione, abuso d’ufficio, falso ideologico e favoreggiamento.

Il pm Buccoliero oggi ha definito l’inquinamento prodotto dagli impianti dell’Ilva «devastante per l’ambiente e la salute"
e ha descritto la scuola Deledda del rione Tamburi «come scuola della morte, perché intasata dalle polveri». «Ci dicevano - ha ribadito - che gli inquinanti erano nella norma quando invece c'erano sforamenti e tonnellate di polveri si abbattevano sulle case, entravano nelle camere da letto, nei cuscini dei bambini, che purtroppo non ci sono più perché si sono ammalati. Un impianto di quelle dimensioni è incompatibile con la salute della gente e dei lavoratori».

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