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Bimbo annegato in piscina a Palagiano, parroco a genitori: «Non avete colpa»

 
Redazione online

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Palagiano, aggrediscono con spranghe e bottiglie 3 extracomunitari

Così don Michele Quaranta, parroco della chiesa San Leopoldo Mandic di Massafra, rivolgendosi ai genitori del piccolo Michele Maraglino

Domenica 16 Agosto 2020, 19:41

19:50

TARANTO - «Voi non potete e non dovrete mai rimproveravi nulla, perché per vostro figlio avete dato la vita, una vita brevissima ma anche intensissima: vostro figlio è stato amato, amato, amato ogni singolo istante dei suoi 600 giorni di vita. E’ stato felice ed ha concluso nella gioia la sua bella esistenza: giocando in quella che per lui è stata una entusiasmante avventura. Michele non si è accorto di nulla, non ha conosciuto il dolore, si è solo tuffato nel suo entusiasmo». Così don Michele Quaranta, parroco della chiesa San Leopoldo Mandic di Massafra, rivolgendosi ai genitori del piccolo Michele Maraglino, il bimbo di 20 mesi annegato ieri dopo essere caduto in una piscina privata in una villa di campagna, durante l'omelia per i funerali.

«Di fronte ad una immane tragedia come questa, la morte di un bambino di appena 20 mesi - ha aggiunto - avvenuta nella tipica esuberanza di chi, giocando, si affacciava alla meravigliosa avventura della vita, non ci sono parole. No, non ci sono parole capaci ed adeguate a consolare i suoi genitori, Domenico e Annalisa. Anzi, in queste circostanze le parole, più di qualsiasi altra cosa, sembrano inutili e terribilmente insignificanti, irricevibili».

«Ed è così - ha aggiunto don Michele - che mi sento e ci sentiamo in questo momento: ci sentiamo tutti inutili ed impotenti, perché niente di quel che vorremmo o potremmo fare, basterebbe a lenire l’orrenda sofferenza del cuore di una madre e di un padre che oggi, in realtà, non celebrano la morte del figlio, ma la propria: morte dell’unica, grande ed autentica ragione di vita; morte dei sogni e dei progetti fatti insieme per i figli; morte della possibilità di amare, consegnando tutto se stessi nell’esperienza della paternità e della maternità».

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