TARANTO - Nove milioni di euro di fatture pagate, il ripristino del confronto settimanale. Sono i due segnali ricevuti ieri da Confindustria Taranto nel confronto in videoconferenza con ArcelorMittal. La multinazionale, rappresentata dalla nuova responsabile delle relazioni istituzionali Mariateresa Vignola e dal direttore dello stabilimento Loris Pascucci, ha così fornito le prime risposte attese dall’associazione guidata da Antonio Marinaro. «Ora contiamo - dice Marinaro alla Gazzetta - di andare oltre la cornice contabile, per parlare di rilancio, delle ricadute sul territorio e della valorizzazione del patrimonio industriale di Taranto».
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, intanto ha scritto al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Sergio Prete, chiedendo aggiornamenti sulla rivisitazione delle vaste concessioni di banchine e infrastrutture assegnate in esclusiva allo stabilimento siderurgico ArcelorMittal. «Ormai troppa Ilva per Taranto», afferma il primo cittadino, secondo il quale «i livelli produttivi, la prospettiva tecnologico-industriale e i comportamenti verso la città, i lavoratori e l’indotto non giustificano affatto la riserva di tutti quegli spazi a terra e a mare per lo stabilimento siderurgico».
Questo, insiste Melucci, «emerge da numerosi incontri tenuti dall’amministrazione comunale negli scorsi giorni con gli altri enti locali ed i comparti produttivi ionici e dalle loro sollecitazioni ormai ricorrenti sul punto». Nella nota diffusa dal Comune di Taranto si precisa che «l’ente civico aveva, già nei mesi scorsi, formulato all’Autorithy portuale l’istanza di avviare uno studio formale ed oggettivo, che valutasse l’indice di utilizzo dei citati moli, e calcolasse quanto gettito pubblico e quanta competitività il sistema economico territoriale perde ogni anno a causa di questi spazi sottratti ad iniziative commerciali e turistiche, certamente più sostenibili».
Ora «appare evidente - sostiene Melucci - che ArcelorMittal abbia solo due interessi a non mollare ancora la presa su Taranto: le quote di mercato che non vuole cedere ai concorrenti europei in questa congiuntura assai negativa, e la poderosa piattaforma logistica costituita dal nostro porto». «Se non si impegna finalmente per Taranto, faremo comprendere al gruppo franco-indiano - conclude il sindaco - che queste positività non sono affatto acquisite. Lo stabilimento deve ormai arretrare dal tessuto urbano per questioni sanitarie, ambientali e persino economiche. Si inizi con il liberare il porto per le nostre Pmi e le nostre energie».