Resta in carcere il 22enne Alex Colella che lo scorso 5 settembre è stato arrestato dopo il ritrovamento nella sua abitazione a Paolo VI di quasi 24mila euro in contanti, una pistola semiautomatica con relative munizioni e un giubbotto antiproiettile. A confermare il carcere per Colella, come chiesto dal pm Francesco Sansobrino, è stato il giudice Alessandra Rita Romano che nell’ordinanza ha ritenuto l’indagato «stabilmente inserito in contesti delinquenziali più ampi e pericolosi» considerato il ritrovamento di alcuni «beni che non possono che essere commerciati tra soggetti appartenenti ad un medesimo ambiente criminale di provata affidabilità».
Sono stati gli investigatori della Guardia di Finanza ad arrestare il 22enne ora accusato di ricettazione e detenzione illegale di arma clandestina: nascosti in camera da letto i militari hanno infatti trovato una pistola Beretta calibro 7,65, sette proiettili nel caricatore, 24mila euro in contanti, 50 munizioni calibro 9, un giubbotto antiproiettile e guanti neri in lattice.
Dai successivi controlli è emerso poi che l’arma apparteneva a un uomo deceduto 25 anni fa e dichiarata distrutta alcuni mesi dopo la sua morte. Un vero e proprio enigma sul quale gli investigatori sono al lavoro per comprendere come il giovane sia entrato in possesso di quel denaro, ma soprattutto della pistola e del relativo munizionamento. Dai primi accertamenti risulterebbe che Colella e i suoi familiari conviventi non abbiano un impiego né posseggano redditi tali da giustificare quel soldi. Agli inquirenti il 22enne ha spiegato che il contante fosse frutto di una vincita al gioco precedentemente accreditata sul conto corrente di un suo parente. In realtà, dalle successive verifiche è risultato che anche se l’accredito effettivamente è avvenuto sul conto indicato, fino a quel giorno erano stati prelevati poco più di 6mila euro. Un dato che dunque smentisce la versione dell’indagato e alimenta il sospetto che gli oltre 20mila euro ritrovati in casa possano essere frutto di una qualche attività illecita.