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Taranto, lo storico Palazzo degli Uffici e il sogno archistar

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Sos Palazzo degli Uffici il progetto è quasi pronto

L’Amministrazione inseguirebbe la grande firma

Lunedì 04 Novembre 2019, 10:51

TARANTO - Un sogno chiamato archistar. L’Amministrazione comunale di Taranto vorrebbe che la progettazione del futuro e riqualificato Palazzo degli Uffici fosse elaborata da un tecnico già noto a livello nazionale. E questo rafforzerebbe il fatto che per la giunta Melucci lo storico immobile che domina il Borgo umbertino abbia ormai assunto un’importanza rilevante. Di certo, superiore alle ordinarie opere pubbliche. Non si tratterebbe, per una serie di motivi, di una gara di appalto come tutte le altre.

Quest’ipotesi, del resto, acquisisce forma e sostanza proprio in considerazione dell’indiscrezione per la quale il Comune di Taranto sarebbe orientato a indire un unico bando di gara per la progettazione del nuovo Palazzo degli Uffici. Per essere più chiari, una volta terminati gli interventi per la messa in sicurezza dell’immobile (sono in corso), non si procederebbe più solo alla progettazione per il recupero delle facciate e delle cosiddette parti comuni. Ma, invece, è (molto) probabile che venga richiesto al professionista o alla società che si aggiudicherà il bando di elaborare una proposta sia relativamente alla ristrutturazione delle facciate, ma anche una più complessiva per la riqualificazione dell’intero Palazzo degli Uffici. Che, come forse si ricorderà, trova il suo canale di finanziamento nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto (Cis) che ha acceso il semaforo verde alla richiesta di interventi pari a circa 20 milioni di euro.
In considerazione di tutto questo, è possibile ipotizzare che una progettazione di questa complessità possa oscillare intorno a 1 - 1.5 milioni di euro. Importo che, per legge, imporrebbe il ricorso alle procedure di gara europee e che, quindi, potrebbe spingere a partecipare tecnici di alto livello.

Naturalmente, il futuro progetto dovrà definire con esattezza gli spazi da determinare per soddisfare le varie funzioni a cui sembra tendere l’edificio che, per oltre 130 anni, ha ospitato il liceo classico Archita. Nella scheda approvata al tavolo Cis, intanto, per ora, è stato ipotizzato di assegnare a delle attività commerciali il piano terra dello storico edificio (ci sarebbe anche la biblioteca), con la conseguente copertura delle corti interne mentre al primo piano dovrebbe essere realizzata la pinacoteca con l’allestimento di mostre temporanee. Metà del secondo piano, invece, ospiterebbe i tre corsi del liceo classico «Archita» e sedi universitarie mentre al terzo e ultimo piano, infine, verrebbero creati degli spazi per ospitare uffici pubblici e privati di pregio. In realtà, proprio per venire incontro alle esigenze di studenti e docenti, potrebbero essere ampliate le aree da assegnare alla scuola, visto che su quel piano la competenza, se così si può dire, sarebbe tutta del ministero dell’Istruzione e dell’Università e quindi si avrebbe il Miur come interlocutore.
Nel corso degli ultimi sedici anni, va assolutamente ricordato, sono stati diversi i progetti o meglio le ipotesi che hanno interessato il palazzo che sovrasta piazza della Vittoria. In principio, la convivenza avrebbe dovuto essere solo tra attività commerciali e scuola. Negli anni successivi, era stata proposta (e approvata) una coabitazione tra un hotel di lusso e gli studenti liceali. Ora, infine, si profila un contenitore con diverse funzioni e attività.

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