Nel solo 2019, nell’ambito del piano ambientale firmato da ArcelorMittal l’anno precedente, per il sito siderurgico ex Ilva di Taranto: «sono stati investiti 200 milioni di euro per: chiudere e impermeabilizzare la discarica G2 per rifiuti non pericolosi, dragare i canali di scarico, terminare la prima fase di demolizione dell’altoforno Afo 3, effettuare 18 interventi finalizzati a rimuovere l’amianto». Così l’ex ad di Arcelor Mittal Italia Matthieu Jehl in audizione in commissione Attività Produttive della Camera. Sempre in questo periodo «sono andati avanti in maniera spedita i lavori per le coperture dei parchi delle materie prime. La copertura dei parchi minerali sarà completata a dicembre di quest’anno, quella del parco fossile a maggio 2020», ha aggiunto Jehl. "Questo piano ambientale è quello più ambizioso da sempre per ArcelorMittal, vogliamo fare di Taranto la migliore azienda dal punto di vista amnbientale - ha aggiunto il manager - La copertura parchi dei parchi è l’intervento più visibile ma solo la punta di un iceberg. Lavoriamo, infatti, su più di 70 diversi progetti che toccano diversi aspetti ambientali».
Per fronteggiare le difficoltà che la siderurgia europea sta vivendo «servono regole del gioco uguali per tutti: infatti il sistema attualmente in vigore non cambierà il modo in cui l’acciaio è prodotto ma solo dove è prodotto». Così l’ex ad di Arcelor Mittal Italia, Matthieu Jehl, in audizioni in commissione Attività Produttive della Camera dove ha segnalato che le misure di salvaguardia attualmente previste in Europa «non sono assolutamente sufficienti per cambiare i livelli dell’importazione di acciaio sul mercato».
L’industria siderurgica europea «è competitiva, noi lo siamo. Vogliamo esserlo. In Italia c'è ancora lavoro da fare, ma le regole del gioco non sono uguali per tutti e questo è un problema (ad esempio sul prezzo della Co2, dell’energia o sulla capacità di importare)», ha spiegato Jehl. «Quando però dobbiamo competere con l’acciaio della Cina che non ha pagato la Co2 come noi o non ha gli stessi obblighi ambientali, ci confrontiamo con un giocatore che non ha le stesse regole», ha aggiunto.
Con l’arrivo di ArcelorMittal, negli stabilimenti ex Ilva da ottobre 2018 a settembre 2019, «l'indice di frequenza degli incidenti è sceso da 20 a 12,2, mentre quello di gravità da 0,7 a 0,4. L’obiettivo è allineare gli standard di sicurezza a quelli del Gruppo».
Così l’ex ad di ArcelorMittal Italia Matthieu Jehl in audizione in commissione Attività Produttive della Camera dove ha spiegato che si tratta «di un miglioramento del 40% che però non è ancora vicino al livello che dobbiamo raggiungere».
Questi risultati positivi «si sono giovati anche del piano di formazione. Da novembre 2018 sono state erogate 190.000 ore di formazione, supportate anche da campagne di comunicazione e sensibilizzazione sui temi della salute e della sicurezza», ha aggiunto Jehl.