Il rapporto tra uomo ed animali non è fatto solo di emozioni, ma anche di azioni che inducono ad un legame basato sulla fedeltà. Le prime incisioni risalgono forse a più di 8000 anni fa e raffigurano una scena di caccia che proviene da Shuwaymis, una regione collinare del nord-ovest dell’Arabia Saudita, suggerendo che gli umani hanno imparato l’arte di addestrare i cani da migliaia di anni.
IL TRAUMA DEI CUCCIOLI «Non è facile immaginare in modo sicuro quale sia lo stato psicologico di un animale, ma qualche supposizione possiamo farla», spiega il Dr. Roberto Marchesini, Medico veterinario, studioso di etologia filosofica e di zooantropologia, direzione della scuola di interazione uomo animale. «Se parliamo di un cucciolo di tre mesi, quindi ancora con la mamma, è evidente che la separazione produce un senso di vulnerabilità che dev’essere subito compensato attraverso un legame forte. Il cucciolo - prosegue - è in fase di attaccamento, per cui ci vedrà come base sicura, vale a dire un riferimento indispensabile per sentirsi sereno».
«Se, viceversa - prosegue -, adottiamo un cane da un canile, le emozioni saranno differenti e legati alla gioia di far parte di un gruppo, uscendo dall’anonimato sociale della condizione del canile. In entrambi i casi la natura sociale del cane lo porterà a vivere l’esperienza relazionale con serenità e appagamento».
LA SCELTA DELL’ADOZIONE Sarebbero circa 3,4 milioni di italiani che tra il 2020 e il 2021 hanno adottato cani. Diversi sono gli aspetti e i motivi che affascinano e richiamano l’interesse ad adottare un pet. La tendenza ad accudire e a prenderci cura di tutto ciò che riteniamo fragile e vulnerabile, trasforma i cuccioli in qualcosa di irresistibile che suscita la tenerezza».
cagne e micetti Si parla di baby schema per riferirci ad alcuni caratteri che rendono riconoscibile un cucciolo anche da parte di soggetti di un’altra specie. Per esempio: gli occhi grandi rispetto alla testa, la forma sferica del cranio, il mantello soffice, il muso schiacciato, le zampette corte. «Siamo molto sensibili verso il richiamo dei cuccioli, molto di più degli altri mammiferi, che comunque presentano anch’essi fenomeni di adozione transpeciem: per esempio, cagne che adottano micetti, gatte che adottano cuccioli di ratto o di riccio. In noi questo comportamento è molto comune e in antropologia viene definito maternage, ossia allattamento al seno di cuccioli di altra specie», afferma l’etologo.
LA BIOFILIAÈ un termine introdotto da Edward Wilson per ipotizzare un’estetica innata dell’essere umano che vede nelle forme della natura il senso del bello. Già Edmund Burke sottolineava il rapporto tra essere umano e fenomeni naturali sconvolgenti - mozzafiato o produttori di vertigine - il senso del sublime proprio del romanticismo. «Non deve meravigliare tutto questo, perché sappiamo che gli orientamenti estetici sono già presenti in natura anche da parte di altri animali, ne è un esempio l’uccello giardiniere, ma possiamo individuare un’estetica della natura che ha avuto una parte non secondaria nel processo di evoluzione, come già individuato dallo stesso Charles Darwin».
RUOLO EDUCATIVO DEI PET «La tradizione pedagogica - e mi riferisco ad autori come Pestalozzi, Rousseau, Lombardo Radice, Tolstoj - ha più volte rimarcato l’importanza formativa del rapporto del bambino con le altre specie. La valenza educativa di questa relazione si gioca sullo sviluppo dell’immaginario, sulla capacità comunicativa, sull’empatia e sui comportamenti prosociali», conclude il Dr. Marchesini.
Il grande problema del nostro tempo nasce dall’incapacità di comprendere il valore di questa relazione: l’animale viene banalizzato, ridotto a un’entità fumettistica e antropomorfizzato, perdendo così le sue valenze in questo processo di denaturazione. La libertà, peraltro, se arrendevole allo scodinzolio rischierebbe di diventare promotrice di oceaniche speculazioni non di progresso, ma di gesti ambigui, irresponsabili e immorali.