Quando si deve fare uso della cannabis negli animali domestici è molto importante consultare un veterinario esperto prima della somministrazione di qualsiasi prodotto a base di tale sostanza. Questo perché sia il dosaggio che la qualità del prodotto devono essere personalizzati per ciascun paziente. È cruciale per la sicurezza: potrebbe causare intossicazioni anche molto pericolose con sintomi da lievi a gravi a secondo del dosaggio e del composto utilizzato.
Fatta questa doverosa premessa, ci occuperemo dell’uso terapeutico della cannabis e vedremo perché la cannabis terapeutica fa bene ai nostri amici animali di casa. Di prodotti a base di cannabis terapeutica CBD per animali in commercio ne esistono molti tipi, anche se in realtà non vengono ancora utilizzati su vasta scala. Il sistema endocannabinoide, al pari dell’uomo, è presente anche negli animali, scoperta che risale al 1992. In quanto all’uso dei cannabinoidi come terapia negli animali, ultimamente anche da noi è sempre più diffusa pur se ancora avvolta da pregiudizi. Al contrario, negli Stati Uniti moltissimi sono i padroni di animali che utilizzano il CBD ed in particolare il CBD full spectrum.
Vediamo adesso quali sono i campi di applicazione della cannabis terapeutica sui nostri animali d’affezione e per quali malattie viene maggiormente utilizzata. L’impiego, sia in campo umano che veterinario, è in continua evoluzione. Le patologie maggiormente trattate in veterinaria sono: lo stress, l’ansia, le dermatiti, l’epilessia, l’artrosi e l’ osteoartrosi, quest’ultime entrambe malattie croniche tipiche dei soggetti anziani. Inoltre vengono anche trattate malattie con problematiche ricorrenti come quelle gastrointestinali e per concludere quelle dei soggetti affetti da malattie tumorali.
Voglio precisare che la cannabis è una pianta di antica coltivazione da parte dell’uomo questo grazie alle sue eccezionali e svariate proprietà terapeutiche. Fiorisce annualmente, due sono le varietà più importanti; una è la cannabis sativa, l’altra è la cannabis indica. Quest’ultima è di dimensioni ridotte rispetto alla prima ma maggiormente psicoattiva. Pianta come è noto utilizzata a scopo terapeutico sin dalla notte dei tempi, negli ultimi anni ha suscitato un maggiore interesse sia da parte dei medici che dei pazienti in campo umano, ma con identico risvolto anche in veterinaria. Infatti ultimamente viene trattato un numero sempre maggiore di patologie fra cui non vanno sottovalutati gli aiuti che coinvolgono funzioni di vitale importanza come la memoria ed il Sistema immunitario.
Voglio ricordare che l’utilizzo di Cannabis terapeutica in Italia è assolutamente legale e quindi sia il medico che il veterinario possono prescriverla per i loro pazienti. Si tratta di una ricetta non ripetibile, per prescrizione magistrale di prodotti a base di infiorescenza di cannabis, dove il veterinario prescriverà la formulazione più adatta a ciascun animale. Quindi si tratta di una posologia personalizzata per ogni singolo paziente e per questo non deve essere utilizzata per altri soggetti.
Per quanto riguarda la somministrazione, l’unica via è quella orale poiché si tratta di gocce che funzionano bene se date a digiuno e possibilmente su una base alimentare grassa, come può essere un po’ di burro ma anche del pesce o della carne.
Concludendo, devo dire che la terapia con la cannabis è veramente un’ottima arma a disposizione del veterinario, ma anche precisare che non è la terapia miracolosa per ogni tipo di malattia. Comunque, costituisce sicuramente un valido supporto nelle patologie croniche invasive e debilitanti.