BARI - «A tutta forza verso la serie A, ma in ogni caso al Bari serve un futuro definito». La querelle sulla società biancorossa tiene più che mai banco nella città del pallone, in particolare dopo le parole di Aurelio De Laurentiis che ha confermato l’intenzione di privarsi del club pugliese, qualora fosse centrata la promozione in serie A, con la conseguente impossibilità di mantenere due società (i Galletti e il Napoli) nella medesima categoria.
«Sul piano strettamente legale mi sembra inutile cercare soluzioni incompatibili con lo statuto federale», sottolinea l’avvocato Gianni Di Cagno. «La scorsa estate la Figc ha prorogato fino al 2028 l’istituto della multiproprietà nel calcio, proprio al fine di evitare lunghe battaglie giuridiche e dismettere questa fattispecie definitivamente. E persino a chi obietta che, in fondo, Napoli e Bari appartengano a due soggetti fisici differenti come padre e figlio, lo stesso Aurelio De Laurentiis ha risposto ribadendo in più passaggi del suo intervento all’Università Vanvitelli di Santa Maria Capua Vetere che anche il club biancorosso sia sostanzialmente “suo”. Sono certo che la proprietà competerà con tutte le sue forze per la promozione, meno mi convincono le cifre sull’ipotetica valutazione della società. Voglio sperare che De Laurentiis, ricordando gli investimenti effettuati in questi quattro anni, abbia usato delle iperboli per far capire che tratteranno l’eventuale cessione soltanto con soggetti qualificati. L’auspicio è che qualcosa sia già stato avviato: risolvere una vicenda così complessa nel termine di soli 30 giorni che scatterebbe in caso di salto in A sarebbe davvero complicato».
Sulla stessa linea di pensiero è Corrado Petrocelli, Rettore dell’Università degli studi della Repubblica di San Marino, nonché ex Magnifico Rettore dell’Università di Bari. «L’abilità manageriale della famiglia De Laurentiis è fuori discussione. In appena quattro anni, il Bari è stato condotto dalla serie D alla lotta per la A, badando sempre alla salute finanziaria della società. Perciò, non è un pensiero felice la possibilità di separarsi da una proprietà così capace. La serie A manca da troppo tempo: ora è giusto credere ad un’opportunità che potrebbe non ripresentarsi a breve in termini così favorevoli. E se davvero il sogno si avverasse, dobbiamo sperare che la cessione del club avvenga in mani solide: il mio auspicio sarebbe quantomeno il mantenimento dell’attuale staff dirigenziale e tecnico, con la conferma del direttore sportivo Ciro Polito, dell’allenatore Michele Mignani e, magari, dei gioielli Caprile e Cheddira».
«Aurelio De Laurentiis ha ribadito una realtà che conoscevamo da tempo», il pensiero del legale Enzo Augusto. «A mio avviso, non soltanto è inconcepibile mantenere due club nella stessa serie, ma in questa stagione abbiamo avuto la dimostrazione che anche una sola categoria di differenza possa rappresentare potenziali conflitti di interessi: basti ricordare le ricorrenti voci nel mercato di gennaio sul possibile passaggio al Napoli di Caprile e Cheddira. Non so quanto possa essere attuale il “problema” di un imminente passaggio di proprietà: il Bari è protagonista di una stagione straordinaria, ma non penso che sia facile battere la concorrenza del Genoa per acciuffare la promozione diretta oppure vincere i playoff. È pur vero che la città continuerà a bramare il palcoscenico più prestigioso, pertanto i De Laurentiis dovranno comunque trovare una soluzione. Una cosa è certa: per chi vuole fare calcio ad alti livelli, Bari rappresenta una piazza davvero allettante».
«La famiglia De Laurentiis sta confermando di essere la proprietà oggi più illuminata del calcio italiano», la premessa del musicista Emanuele Arciuli, proprio in questi giorni impegnato in tournée negli Stati Uniti. «Conservo la speranza recondita che possano scegliere di puntare sul Bari e non sul Napoli, ma senza illudermi. Ad ogni modo, in generale ritengo che l’istituto della multiproprietà non sia opportuno, al di là della militanza o meno nella stessa categoria poiché il calcio è un sistema di vasi comunicanti. Il Bari ha bisogno di una stabilità a lungo termine: confido che i De Laurentiis possano trovare acquirenti all’altezza per avere le certezze di cui abbiamo bisogno dopo tanto patire».
«Prima dei regolamenti, penso che Bari e Napoli siano due realtà troppo grandi per essere condotte in modo parallelo», conclude l’imprenditore Domenico Di Paola, ex amministratore di Aeroporti di Puglia. «È comprensibile che Aurelio De Laurentiis ora privilegi la realtà partenopea, perciò la priorità deve essere rappresentata da un impegno collettivo, dalle istituzioni alla proprietà, per assicurare al Bari un passaggio di consegne a soggetti capaci non solo sul piano economico, ma anche su quello gestionale: un particolare su cui l’attuale management ha dimostrato di eccellere. La città ha confermato di essere un’eccellenza in Italia: ricadere nell’oblio del passato sarebbe imperdonabile».