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Sisto (FI): «L'Inter? La difesa è un flop. Meloni? Alla Herrera»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Sisto (FI): «L'Inter? La difesa è un flop. Meloni? Alla Herrera»

«Abbiamo collezionato quattro sconfitte in otto partite, quattro come quelle rimediate nell’intero scorso torneo. Il ko con Mourinho colpisce, perché il suo mezzobusto è ancora nel Meazza»

Lunedì 03 Ottobre 2022, 15:32

Sottosegretario Francesco Paolo Sisto, appena eletto senatore nel collegio di Andria-Bari per FI nonché tifoso della “Beneamata", che succede all’Inter battuta dalla Roma?
«Abbiamo collezionato quattro sconfitte in otto partite, quattro come quelle rimediate nell’intero scorso torneo. Il ko con Mourinho colpisce, perché il suo mezzobusto è ancora nel Meazza. Ero a Madrid per la finale del Triplete. La squadra segna, anche senza Lukaku, ma la difesa è “sconveniente”, ai limiti della rilevanza “penal-calcistica”. Roba da indagarli tutti».

Meglio Lukaku o il Toro Martinez?
«Le individualità vanno armonizzate nella logica di un team. Il belga e l’argentino se giocano in coppia moltiplicano le forze e diventano in campo “tre" bomber».

Simone Inzaghi?
«Il mercato, a parte Lukaku, non gli ha dato una rosa di grande qualità. Ci sono sfuggiti colpi come Bremer e Dybala, lunatico ma, per me, fondamentale per una "grande"… Il tecnico nerazzurro non riesce a vincere contro le dirette concorrenti per lo scudetto. E molte volte il risultato, come contro il Lecce, arriva all’ultimo secondo. L’effetto Conte, lentamente si va spegnendo: Inzaghi non ha brillato per lungimiranza, ha sbagliato troppi cambi. Dopo aver vinto tanto, l’Inter non può tornare nel grigio dei perdenti. Vediamo cosa fa Zhang».

Come nasce la passione per l’Internazionale?
«Dall’Inter di Mazzola, Corso con Helenio Herrera in panchina. In casa mia erano tutti milanisti, e un po' mi piaceva essere 'minoranza combattente'. Mio padre era tifoso di Rivera. Per fortuna mio figlio Roberto ora è più interista di me: gli ho regalato, come primo libro, la Storia dell’Inter in tre volumi».

Parla mai di calcio con Berlusconi?
«Il Cavaliere è un grande democratico… Ora tiene molto al vessillo del Monza. Tra il Milan e la Juve, preferisco - come antagonisti - tutta la vita i rossoneri. Con Raffaele Fitto, bianconero sfegatato, abbiamo spesso discusso, e animatamente, dopo i derby d’Italia. Sono nell’Inter club di Montecitorio».

Se l’Inter fa soffrire, il Bari tennistico del 6-2 col Brescia consola?
«Se l’Inter è il sogno nato da bambino, il Bari è la squadra del cuore. Il momento magico sia deve alla competenza del ds Ciro Polito, che ha consentito a Mignani di mettere in campo un undici competitivo. Il portierino o portierone Caprile è un talento di sicuro avvenire. Dorval, terzino preso dal Cerignola, mi ha impressionato. Cheddira? Che dire… Ogni tiro fa gol, mi ricorda il Milito del Triplete, o Edi Bivi della promozione in A con Maciste Bolchi. Bellomo è ritrovato, poi c’è la qualità di Botta e D’Errico».

La doppia proprietà in caso di salto di categoria?
«Ci porremmo volentieri il problema se il Bari fosse promosso. Questo clima sportivo dà alla città energia: è un altro modo per amare le nostre radici».

Il giocatore preferito?
«Mariolino Corso, per le sue meravigliose punizioni a foglia morta».

Lei giocava a calcio?
«A centrocampo. Spessissimo al Di Cagno Abbrescia e nei tornei degli avvocati, anche al San Nicola nella sfida avvocati-magistrati. Ero un mediano di spinta, e segnavo qualche gol, di sinistro. Il mio destro era modesto, sembra strano per la mia carriera politica… Sono rimasto mediano di spinta sia nello studio legale che in parlamento: è il ruolo di chi dà coraggio e pensa soprattutto agli altri».

Se Giorgia Meloni sarà premier, a che allenatore dovrebbe assomigliare?
«Ovviamente ad Helenio Herrera: difesa rocciosa e contropiede vincente».

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