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Tarantini sentito  per la terza volta Perché scelse legale vicino a Berlusconi? Escort, a giorni atti pubblici

 
Tarantini sentito  per la terza volta Perché scelse legale vicino a Berlusconi? Escort, a giorni atti pubblici

Lunedì 12 Settembre 2011, 08:08

02 Febbraio 2016, 23:47

NAPOLI – Si è concluso dopo poco meno di tre ore il secondo interrogatorio investigativo di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore accusato di estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. A differenza di quello precedente, il verbale non è stato secretato. 

Secondo quanto si è appreso, i pm Curcio, Piscitelli e Woodcock hanno chiesto all’indagato alcune precisazioni sui suoi rapporti di lavoro con la società Andromeda e sui suoi contatti con l’avvocato Nico D’Ascola, penalista calabrese in stretti rapporti professionali con Niccolò Ghedini che nel 2009, assieme al collega Nicola Quaranta, lo difese nella vicenda delle escort. 

I pm, in particolare, hanno chiesto a Tarantini chiarimenti su come nacque e come si concluse il rapporto con D’Ascola, ritenuto proprio in virtù dei suoi rapporti coin Ghedini, vicino anche al premier Berlusconi. Il sospetto della procura è che l'arrivo dell'avvocato D'Ascola nel suo collegio difensivo possa dimostrare come Tarantini abbia iniziato ad essere sostenuto e finanziato dal presidente del consiglio ben prima dell'avvio del presunto piano estorsivo portato avanti dal faccendoiere Valter Lavitola.

 Entro pochi giorni la Procura dovrebbe terminare l'attività istruttoria; dopo quella data i legali dell’imprenditore, avvocati Alessandro Diddi ed Ivan Filippelli, presenteranno al gip Amelia Primavera una richiesta di concessione degli arresti domiciliari su cui i pm dovranno dare un parere. Parallelamente la difesa si è rivolta anche al Tribunale del Riesame, la cui udienza però non è stata ancora fissata.


MEMORIA SCRITTA DI BERLUSCONI PER EVITARE INTERROGATORIO
Domani sarà consegnata alla procura di Napoli una memoria scritta del premier Silvio Berlusconi. La notizia è stata anticipata al procuratore Giovandomenico Lepore dall’avvocato Michele Cerabona che oggi ha depositato, per conto del premier, un atto per spiegare le ragioni dell’impedimento di Berlusconi a rendere ai pm dichiarazioni domani a Palazzo Chigi sulla presunta estorsione di cui sarebbe vittima.

I legali di Berlusconi, a quanto si è appreso, intendono evitare con la presentazione di questa memoria l’interrogatorio in qualità di parte offesa del premier. “Leggeremo la nota e faremo le nostre valutazioni”, ha commentato il procuratore Lepore. 

Gli inquirenti riterrebbero comunque importante la testimonianza diretta di Berlusconi, in quanto, a loro parere, in un procedimento per estorsione va ascoltata in ogni caso la vittima del presunto reato.

Al centro i soldi, tanti, 800mila euro, dati dal premier a Tarantini, attraverso Lavitola, che ne ha tenuti per sè un bel po'. Soldi che Berlusconi ha definito aiuto ad un amico in difficoltà e che per la Procura di Napoli, invece, sono il prezzo per la strategia processuale del patteggiamento che Tarantini, ad avviso degli inquirenti napoletani, avrebbe dovuto adottare nel processo barese sulle escort (in questo caso, infatti, il procedimento sarebbe finito in archivio, insieme a tutte le trascrizioni delle intercettazioni ritenute imbarazzanti per Berlusconi). 

Tarantini, ad oggi, ha sempre detto che era lui a pagare le escort, donne che Berlusconi riteneva solo ed esclusivamente amiche dell’imprenditore. Se, invece, Tarantini cambiasse versione e dicesse che il premier sapeva tutto e ha anche pagato, la storia subirebbe una svolta. Il procuratore di Napoli di fronte a tutto questo sbotta con un «mah...». E a chi gli chiede in merito al fatto che il presidente del Consiglio teme di essere indagato, risponde: «Non sembra una ipotesi». E aggiunge: «Dipende da quello che lui dirà e se ce lo dirà, non è che noi ci svegliamo la mattina e decidiamo di mettere sotto processo questa o quell'altra persona».
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