Nella loro reazione un certo numero di sanitari di Neurochirurgia bollano come «calunnie» le notizie, chiedendo «una verifica interna» per «ristabilire la verità». Richiesta subito accolta dal direttore generale Vitangelo Dattoli, che ieri ha nominato una commissione di inchiesta: dovrà stabilire se in quel reparto ci sono stati casi sospetti o se il documento sia solo l’ennesimo atto di una guerra interna per il primariato. Le accuse contenute nell’esposto sono rivolte all’attuale primario, il professor De Tommasi, che ha preso il posto del romano Pasqualino Ciappetta, arrestato nell’ambito delle inchieste su Tarantini e poi allontanato dal Policlinico.
Gli autori dell’esposto, due anestesisti, sarebbero «fedeli» di Ciappetta: uno dei due, Enrico Lauta, il 2 agosto 2009 sulle colonne della «Gazzetta» si dichiarò «pronto a testimoniare in tutte le sedi sulla correttezza professionale e sul rigore morale del prof. Ciappetta», poi finito ai domiciliari con l’accusa di aver accettato regali e favori da Tarantini in cambio dell’acquisto di protesi per la colonna vertebrale ed ora in atteso della verifica processuale. Con le sue denunce, De Tommasi ha contribuito alle indagini su Ciappetta: fu lui, in particolare, a raccontare ai finanzieri che il primario utilizzava le protesi anche quando non strettamente necessario. «Il direttore Dattoli mi ha chiesto di non parlare con la stampa», si limita a dire ora De Tommasi, che nella lettera inviata ieri ai vertici del Policlinico - e sottoscritta dagli strutturati del reparto - ha ribadito il suo impegno di «dare all’utenza il miglior servizio possibile».
A fare luce sui casi sollevati nell’esposto («Posso agevolmente dimostrare che sono tutte calunnie», si lascia sfuggire De Tommasi) sarà la commissione interna nominata dalla direzione generale composta dai medici Donatella Como e Salvatore Garzia (direzione sanitaria), Alessandro Dell’Erba (medico legale), Francesco Bruno (anestesista) e due dirigenti amministrativi. Una rapida verifica, compiuta già ieri mattina, avrebbe per il momento consentito di appurare che la funzionalità del reparto è «normale», che il controllo statistico non evidenzia scostamenti significativi e che il clima nella Neurochirurgia è tranquillo, nonostante gli allarmi. «Di questo - spiega Dattoli - ho comunque dato notizia alla stazione dei carabinieri».
L’esposto, datato 22 novembre e indirizzato a un sindacalista, parla di «pazienti con tumori cerebrali operati più volte e dimessi con residui tumorali importanti», «pazienti con patologie gravi non trattati », «pazienti operati dopo lunghe degenze solo quando in coma e deceduti», «pazienti con lesioni vertebrali variamente trattati e dimessi con viti malposizionate». Insieme all’esposto c’è poi una relazione più dettagliata, in cui si ricostruiscono (senza farne i nomi) i casi di alcuni pazienti: la commissione interna del Policlinico acquisirà le cartelle cliniche e valuterà l’operato dei medici.
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IL MINISTRO FAZIO MANDA GLI ISPETTORI
Dopo le notizie su presunti decessi sospetti avvenuti al Policlinico di Bari, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha disposto un’ispezione del ministero con lo scopo di acquisire le informazioni e gli atti relativi. La decisione, informa una nota, è stata presa in accordo con l’assessore alla Sanità della Regione Puglia e con la direzione generale del Policlinico barese.