BARI - Arrivati al tornante decisivo, con i giorni che passano inesorabilmente, le posizioni restano ferme e così la quinta commissione del Consiglio regionale pugliese ieri pomeriggio non ha potuto far altro che prendere atto che non c’è nessuna concreta novità sulla creazione di un’unica società pubblica per la realizzazione e la gestione degli impianti destinati chiudere il ciclo dei rifiuti.
L’istituenda società tra Ager e Aqp è stata nuovamente all’attenzione della quinta Commissione consiliare, coordinata da Paolo Campo. I Comuni, cui la normativa nazionale attribuisce la responsabilità ambientale, si sono formalmente espressi, delegando le proprie prerogative ad Ager? Il nodo non pare sciolto, nemmeno dopo le due ore abbondanti di ascolto dei rappresentanti di Anci, Ager, e Confindustria Puglia, a poche ore dalla scadenza che la normativa nazionale indica per la creazione delle specifiche società.
Nessuna incertezza da parte di Ager ed Anci che, rispettivamente tramite il direttore generale Gianfranco Grandaliano e il vicepresidente Massimo Colia, hanno sottolineato come di questa faccenda «se ne stia parlando dal 2019»; molte invece, le incertezze espresse da Confindustria Puglia, rappresentata da Fabio Montinaro, che sulla questione ha inviato alla Corte dei Conti un documento pieno di dubbi (in parte non ignorati dalla Corte). Netta la posizione dell’assessore all’ambiente del Comune di Taranto Laura Di Santo che ha confermato la propria impossibilità ad esprimersi in modo formale per mancanza di notizie sufficienti: «Aspettiamo le carte, il piano industriale, per dare un giudizio».
Incalzanti i consiglieri Amati, Ventola e Romito per i quali non vi sarebbero atti formali con i quali i singoli Comuni abbiano delegato, appunto, responsabilità proprie. Ma ormai i margini di iniziative politiche da parte del Consiglio – anche laddove la maggioranza che fa capo al presidente Emiliano condividesse i dubbi di Azione e dei gruppi di opposizione - sono di fatto quasi inesistenti. Resta la volontà espressa dal presidente Emiliano di andare fino in fondo, senza ascoltare i singoli Comuni.
«L’Associazione dei comuni non ha mai deliberato il proprio consenso all’operazione Ager-Aseco. Solo 22 comuni su 257, interpellati da Ager - dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati e il consigliere Ruggiero Mennea, capogruppo - hanno detto si. Ciò nonostante la Regione ha deciso di proseguire nel percorso, ignorando il parere della Corte dei conti, eludendo un divieto di legge che sarà in vigore dal prossimo 30 marzo e continuando a esercitare un potere espropriato ai comuni. Un capolavoro di insensibilità politica mista ad approssimazione normativa, dopo anni e anni in cui l’unica cosa che non si fa è la costruzione degli impianti, favorendo così le discariche e i salassi per i cittadini. Noi continueremo la nostra iniziativa risoluta, per restituire ai comuni il loro potere e la loro titolarità sui rifiuti».
«Il presidente Emiliano ha deciso di andare avanti come un caterpillar - dice Francesco Ventola, capogruppo di Fratelli d’Italia - sulla costituzione del nuovo soggetto pubblico per i rifiuti, nonostante una serie di rilievi della Corte dei Conti. Persino sindaci di centrosinistra sostengono di non conoscere i dettagli industriali e l’Ager utilizza le risorse dell’ecotassa per acquistare il 40% dell’Aseco nonostante quelle risorse per legge devono essere destinate ad altri scopi, fra i quali abbassare la tassazione che in Puglia è fra le più alte».