Quattro miliardi. Euro più euro meno. È la stima (probabilmente per difetto) del patrimonio sequestrato e confiscato a prestanome di Matteo Messina Denaro, il boss di Calstelvetrano finalmente arrestato nei giorni scorsi dopo 30 anni di latitanza. C’è di tutto nel patrimonio del capomafia trapanese: la grande distribuzione commerciale, impianti eolici, villaggi turistici, immobili, opere d’arte. Secondo l’articolo 48 del Codice Antimafia, tali beni (così come tanti altri) sono confluiti o confluiranno nel «tesoretto» sottratto alla disponibilità delle mafie, delle varie forme di criminalità economica e finanziaria (dal riciclaggio all’usura, dal caporalato alle ecomafie) e di corruzione: attualmente, in tutta Italia, sono oltre 23 mila i beni confiscati, di cui 14 mila già destinati agli enti locali e pronti per essere riutilizzati dalla cittadinanza
Questi, infatti, possono essere mantenuti al patrimonio dello Stato per «finalità di giustizia, ordine pubblico e protezione civile» e dunque messi a disposizione di altre Amministrazioni statali (un esempio classico è quello delle caserme delle Forze dell’Ordine).
In alternativa, i beni immobili vengono trasferiti in via prioritaria ai Comuni (in via secondaria alle Province e alle Regioni). Gli Enti territoriali, a loro volta, possono amministrare direttamente il bene o assegnarlo in concessione, a titolo gratuito e nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità e parità di trattamento (sostanzialmente attraverso procedure ad evidenza pubblica) a una serie di soggetti sociali indicati dalla legge: associazioni, cooperative, gruppi, comunità. Sono queste realtà a garantire la piena applicazione dello spirito della legge 109/96 per il riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie, trasformando i luoghi simbolo del potere mafioso in luoghi di riscatto e dignità, al servizio soprattutto di chi fa più fatica.
In Puglia, secondo i dati consultabili su «Open Regio» sulla base di quelli forniti dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, i beni immobili destinati sono 1.820 (28 in Basilicata): la Puglia è la quarta regione italiana con il maggior numero di beni confiscati dopo la Sicilia (7.675), la Calabria (3.127) e la Campania (3.093)...
CLICCA QUI PER LEGGERE L'ELENCO DEI BENI CONFISCATI AI CLAN