MASSIMO BRANCATI
Al ritorno in ufficio la scoperta di dover traslocare. Immediatamente. Motivo? L’edificio che li ospita, in pieno centro storico a Potenza, presenta perdite di fibre d’amianto la cui inalazione è ritenuta cancerogena. È accaduto ieri mattina nella sede provinciale dell’Inps del capoluogo lucano, nei pressi della storica caserma dei carabinieri. Un’ala della struttura, al terzo piano, è stata «sigillata» dopo aver scoperto, attraverso dei sensori sistemati dallo stesso istituto, la presenza di fibre killer provenienti dal sottopavimento. Dall’Inps fanno sapere che il monitoraggio di parti dell’edificio non ancora ristrutturato era attivo da anni e che le tracce di amianto sono state «intercettate» dai sensori soltanto adesso: di qui la decisione, in via precauzionale, di trasferire gli impiegati che lavorano su quel piano e di chiudere l’intera area in attesa di bonifica e riqualificazione dei locali. Resta da capire se effettivamente le perdite di fibre siano una questione di ore, al massimo di giorni.
Dai rilievi dei sensori pare proprio che si tratti di un fenomeno recentissimo, ma tra gli stessi dipendenti serpeggia un po’ di preoccupazione. L’esposizione prolungata all’amianto, si sa, è il «lasciapassare» a patologie respiratorie, a cominciare dal tumore ai polmoni e ai bronchi. La paura di aver trascorso mesi, se non anni, all’interno di locali «contaminati» inevitabilmente presta il fianco a polemiche e accuse. Ma dall’Inps si affrettano a precisare che non è il caso di allarmarsi perché, come dicevamo, le analisi hanno riscontrato la presenza di fibre («in misura quasi impercettibile») soltanto ora. È stata una procedura - spiega ancora l’istituto - utilizzata anche per le altre aree dell’edificio, quelle già ristrutturate. In sostanza, l’Inps sottolinea come il monitoraggio sia stato organizzato «in casa» e che i conseguenti provvedimenti rientrano in una logica di prevenzione.
Nel frattempo i dipendenti «sfrattati» trovano posto in altri locali della sede, dividendo gli spazi con i colleghi. È una situazione temporanea, ma la bonifica degli uffici dove è stata riscontrata la presenza di amianto non può essere una questione di giorni. L’Inps è pur sempre un istituto pubblico e, in quanto tale, necessita di passaggi burocratici lunghi e complessi prima di poter intervenire con lavori e messa in sicurezza. Ecco perché - anche se non ufficialmente - l’istituto starebbe pensando a soluzioni logistiche alternative, a cominciare dai locali di sua proprietà in viale Marconi, sempre nel capoluogo lucano. Sono decisioni che saranno prese naturalmente d’intesa con i vertici. Si vedrà. L’unica cosa certa è che l’ala «contaminata» resterà chiusa, sigillata, inaccessibile. Sarà lì a ricordare che nel centro storico ci sono altri edifici con un’«anima» in amianto, uffici e abitazioni costruiti prima degli anni ‘90, quando si scoprì che quel materiale resistente al fuoco era un potenziale pericolo per la salute.