Lunedì 08 Settembre 2025 | 16:54

Il cardinale Zuppi alla festa di Viggiano: «Salviamo le aree interne, sono le radici del Paese»

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

Il cardinale Zuppi alla festa di Viggiano: «Salviamo le aree interne, sono le radici del Paese»

Il presidente della Cei: «Garantire infrastrutture, possibilità lavorative, il welfare migliorerà tutto il sistema Paese»

Lunedì 08 Settembre 2025, 09:37

Da questa terra di fede e di resistenza, fatta di tante aree interne, i vescovi, a cominciare dal cardinale Zuppi, rinnovano il messaggio in difesa delle aree interne.

“Il problema del riequilibrio e della speranza delle aree interne è fondamentale per il Paese, perché lì sono le nostre radici. Garantire infrastrutture, possibilità lavorative, il welfare migliorerà tutto il sistema Paese. E’ una preoccupazione e dopo la lettera che abbiamo mandato ci saranno interlocuzione con il Governo e continueremo a cercare di trovare insieme delle risposte che non sono mai facili”, sottolinea il presidente della Cei che ha parlato anche dei temi internazionali.

“Vorrei che da Viggiano insieme a Maria salga una grande invocazione di pace! Fermatevi! Dobbiamo credere nella giustizia e non nelle armi, nel dialogo e non nella forza che tutto distrugge, anche l’umana pietà. Da questa preghiera insieme a Maria, regina della pace, nascano tanti segni di solidarietà e un’alleanza consapevole e determinata per la pace”. Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana ed arcivescovo di Bologna, lancia dalle alture di Viggiano la sua richiesta di pace. Di fronte alle migliaia di fedeli, (in tutto 130mila) giunti da tutto il Sud per rendere onore alla Madonna nera, Regina e Patrona della Basilicata, il presule durante l’omelia richiama alla pace, alla fratellanza, all’impegno comune ed alla speranza “Maria ci aiuta a vedere il prossimo non da estranei o in maniera ideologica, quella per cui pensiamo di difendere le idee disprezzando le persone, ma da figli e quindi fratelli tutti, consapevoli che la casa è unica e la abitiamo non da ospiti o da dipendenti, non alla ricerca di stare bene noi contro o senza gli altrui, ma insieme, perché solo insieme c’è speranza” spiega il cardinale durante la messa solenne celebrata con i vescovi lucani, ricordando le vittime delle guerre. “Le vittime – dice - chiedono a tutti di disarmare le parole e le mani, di disinquinare a partire da noi stessi il mondo dall’odio, da ogni violenza, dall’esibizione e dall’uso della propria forza che distrugge o provoca di conseguenza la ricerca di altra analoga o maggiore forza”. Parole che risuonano nella piazza del paese, cuore delle estrazioni petrolifere della Basilicata, mentre la folla silenziosa ascolta e prega, invocando la protezione della Vergine. “Impareremo mai a pensarci una cosa sola? Sapremo riconoscere il nostro fratello mentre pensiamo sia un nemico o un estraneo? La Madonna Nera ci dona speranza, ci incoraggia a costruire, a non cedere allo scoraggiamento, ad aiutare i problemi di chi è più fragile, a tessere fraternità, cioè amicizia in un mondo di tanta solitudine” ripete il presidente della Cei, mentre a fronte di una devozione fortissima e dalle radici antiche l’arcivescovo di Potenza, Marsiconuovo e Muro Lucano, Davide Carbonaro, racconta di una terra “di profonda semplicità e di ostinata concretezza”. “Siamo custodi di una storia viva e di una fede popolare mai rassegnata, sempre capace di riaccendersi come i meriggi che colorano di speranza i nostri orizzonti. È terra di migrazioni, ma anche di accoglienze generose. È crocevia di culture che si sono sedimentate nel pensiero e nell’arte. È orgoglio di generazioni che hanno contribuito a spingere in avanti il nostro Paese – continua monsignor Carbonaro - Qui il Vangelo si è radicato fin dai primordi della fede cristiana con la testimonianza dei martiri e con la costanza virtuosa dei Santi, alcuni a noi contemporanei, che ancora oggi portano la Basilicata nel cuore della Chiesa e hanno portato la Chiesa nel loro cuore”.

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