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Regione Basilicata, scoppia la bufera nomine tra incompatibilità e riforme

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

La Corte Costituzionale boccia sette leggi della Regione Basilicata

Il consigliere M5S Leggieri chiede chiarimenti sulla scelta di Modrone ai vertici di Sel. Nel mirino pure gli incarichi di Alsia e Asi

Lunedì 13 Gennaio 2020, 10:37

POTENZA - «Risulta di tutta evidenza che vi sia un contrasto ed un conflitto tra il ruolo di socio, quindi di proprietario, di impiegato, quindi di dipendente, delle proprie aziende ed il ruolo di Amministratore unico della Sel Spa e quindi l’assoluta assenza del requisito dell’autonomia. Di converso detti ruoli di socio, ma non amministratore, e di impiegato, ma non dirigente, non assorbono e confermano anche l’assoluta assenza del requisito principe della professionalità». È racchiusa qui, in questo passaggio messo nero su bianco, la perplessità di Gianni Leggieri sulla delibera con cui la Giunta regionale ha nominato l’avvocato Luigi Modrone al vertice della Società energetica. Una perplessità che, a differenza del passato, questa volta non si è fermata al dibattito politico ma si è concretizzata in una osservazione formale indirizzata al presidente della Giunta Vito Bardi, al presidente del Consiglio Carmine Cicala, al presidente della Prima Commissione consiliare regionale Pasquale Cariello ed ai massimi dirigente regionali. Perché in base all’articolo 47 comma 3 del nuovo Statuto i consiglieri possono presentare osservazioni formali chiedendo chiarimenti alla Giunta e questa è tenuta a controdedurre, ossia a rispondere norme alla mano entro 30 gironi, pena la deliberazione e la relativa designazione devono ritenersi «inefficaci».

Ora, dunque, dovrà essere la Giunta a rispondere all’osservazione di Leggieri sul conflitto d’interesse ed alle altre che sono state articolate nel documento di sette pagine che l’esponente politico pentastellato ha inoltrato. Nel frattempo, il governatore avrebbe annunciato ad alcuni consiglieri della maggioranza la decisione di confermare l’attuale amministratore di Sel, Ignazio Petrone, all’interno della struttura come direttore generale. Una scelta che consentirebbe la piena operatività dell’ente in caso la vicenda Modrone dovesse avere tempi lunghi. Intanto, la mossa di Leggieri non ha solo ritardato il cambio al vertice di Sel ma ha, di fatto, innescato un meccanismo a catena, considerato che ora l’attenzione è concentrata anche su altri due enti sub regionali: l’Alsia ed il Consorzio Asi.
Sull’Alsia, infatti, i dubbi riguardano i cinque anni di dirigenza, che sono richiesti per la nomina al ruolo di amministratore unico. I titoli inseriti dal professore universitario Aniello Crescenzio, nominato al vertice dell’ente, non varrebbero come dirigenza vera e propria e questo, di fatto, renderebbe nullo il provvedimento di nomina. Per capire come finirà anche in questo caso si dovranno attendere le controdeduzioni che gli uffici alle strette dipendenze della Giunta stanno mettendo a punto ed è evidente che la decisione potrebbe arrivare a breve.

Più articolata è, invece, la questione del Consorzio Asi di Potenza al vertice è stato nominato, sempre con un provvedimento della Giunta, l’avvocato Francesco Pagano. Il punto, però, è solo qualche giorno prima del cambio al vertice ad essere audito in Prima Commissione era stato il precedente commissario Aniello Ertico che, conti alla mano non solo aveva ricordato il debito di 60 milioni nei conti dell’Asi (nonostante la riduzione effettuata nell’ultimo anno) ma aveva ipotizzato la necessità di una riforma dell’ente come soluzione. La Prima Commissione, quindi, ha deciso di inviare all’assessore competente sui Consorzi l’intera audizione di Ertico chiedendo interventi immediati. A cominciare da una riforma dei Consorzi che porti ad avere un’unica struttura tra Potenza e Matera con una mission ben chiara.

L’urgenza della riforma con un’unico Consorzio, quindi, potrebbe portare a nuovi scenari: o un «congelamento» della nomina di Pagano in attesa della riforma (ma in questo caso si passerebbe dalla nomina di un commissario a quella di un amministratore, con requisti diversi) o l’insediamento di Pagano come commissario e poi, una volta, approvata la riforma una nuova nomina al vertice.Insomma, variabili su cui la politica è chiamata a decidere.

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