Si sono allenati a guardare con lenti diverse ciò che per molti è un problema. Hanno insegnato che non esiste una sola vecchiaia. E che bucando la scorza dell’età si riesce a trovare scampoli grossi di ricchezza in ogni stagione della vita. E dentro le relazioni costruite ogni giorno tra banchi di scuola, rimandano indietro l’orologio del tempo, scoprono bisogni, che non sono monoliti, setacciano risorse, costruisocno memoria collettiva. Soprattutto, sbarrano la strada al killer silenzioso: la solitudine. E allargano le ali a una fetta di Matera spesso esclusa dalla vita attiva: è il quaderno dell’emancipazione scritto in trent’anni di tappe dall’Unitep, Università della terza e dell’età e dell’educazione permanente. L’acrostico dice tanto, soprattutto se declinato nella sua seconda parte (educazione permanente). E i numeri che l’Utep conta sono il cruscotto di un successo fabbro della voglia di creare cerniere generazionali: 131 iscritti, cento dei quali sono donne. Spulciandoli meglio, i dati, scopri la notizia delle notizie: sette dei 131 «universitari della terza età» sono in una fascia compresa tra i 50 e i 60 anni. Attivi nel lavoro o in casa, ma smaniosi di scongelare il cervello ogni giorno di più, in un gioco che vale per tutti e che ha come traguardo l’aumento di competenze, ma anche di conoscenza.
L’Unitep di Matera, una associazione senza scopo di lucro (onlus) diventata di promozio sociale (aps) nel 2019, ha soprattutto due anime che ne costituiscono l’impalcatura: Costantino Diliddo, ex bancario, e Carmela Dinnella Trovato, ex insegnante di fiolosofia al liceo classico «Duni». Uomo di organizzazione e di «bit», il primo; una faraona del pensiero inossidato, la seconda. Il risultato è un mix che fa invidia anche alle grandi città: 34 insegnanti volontari, trentaquattro corsi, otto mesi di anno accademico, lezioni dal lunedì al venerdì dalle 16.15 alle 19.15, in quattro aule diverse dell’istituto alberghiero «A. Turi», di via Matarazzo, bellissima scuola ai bordi della nuova periferia.
«Unitep da anni chiede al Comune la assegnazione di una sede adeguata alla vita sociale dell'associazione, con spazi per realizzare gli intenti statutari, ma sin ora non si è ottenuto nulla», tuona Diliddo. Aggiunge: «Proveremo a chiedere ancora al Comune e ad altri enti che in città dispongono di tanti locali inutilizzati. Siamo grati al presidente della provincia Piero Marrese per la gentile concessione delle aule nell’istituto alberghiero. E va riconosciuto all’assessore comunale Valeria Piscopiello il forte impegno di vicinanza alla Unitep, quando, a pochi giorni dall'inizio dei corsi, inopinatamente, si era vista negare l’utilizzo di aule scolastiche in precedenza assegnate».
Ogni anno, però è sempre fiato sospeso per la mancanza di una sede. Eppure è un’associazione con numeri grossi e attività consolidate copre vuoti enormi, se si pensa al welfare anziani che non c’è. E poi non si fa solo «scuola». Il merito maggiore forse è proprrio quello di uscire dai banchi: i «mercoledì tematici» (spaziano da come usare i social, al contrasto della violenza domestica, da cibo e cultura a come capire il cinema); i viaggi di istruzione; la mini biblioteca (800 volumi); la piccola editoria per dare alle stampe lavori e percorsi. Insomma, un mini-mondo per un microcosmo materano che vuole invecchiare senza lasciarsi andare.
Va giù dritta Dinnella Trovato, coordinatrice dei corsi: «Con tutte queste attività, riteniamo di assolvere ad un compito socioculturale di grande utilità per l’intera città, costruendo un ponte fra le generazioni e promuovendo il senso civico. Ci facciamo un merito della collaborazione con molte delle altre associazioni culturali della città e, soprattutto, a partire da quest’anno, di dare un valido contributo alla rivitalizzazione culturale delle periferie, avendo trasferito la sede delle lezioni in Via Matarazzo».
Il viaggio attraverso idee, voci e saperi mette in moto energie di una comunità che non si stanca di guardare al futuro. L’ex prof di filosofia (che la filosofia la insegna ancora) parla di due obiettivi per l’anno accademico che si chiuderà prima dell’estate del 2023: «Premesso che scopo fondamentale dell’Unitep è di contribuire con le sue attività al miglioramento della qualità della vita delle persone adulte ed anziane, di solito ignorate da ogni altra agenzia culturale, il programma di quest’anno è organizzato intorno a due obiettivi principali. L’aggiornamento ed arricchimento culturale e le sperienze formative socializzanti. Per la realizzazione del primo obiettivo sono programmati circa 30 corsi, affidati a docenti volontari, competenti e fortemente motivati che affronteranno e discuteranno con gli iscritti tematiche di attualità e problemi particolarmente vicini alla loro esperienza. Le materie sono state scelte accuratamente fra quelle che possono fornire strumenti culturali idonei a correggere le distorsioni della comunicazione mediatica, spesso caotica se non ingannevole, e aiutare gli utenti ad orientarsi nella realtà attuale in continuo e vorticoso cambiamento e, spesso, molto diversa, per modelli, valori e saperi, da quella della generazione appena precedente. Particolare rilievo è stato dato alla storia e alla cultura locale. Per realizzare il secondo obiettivo, sono programmati laboratori di lettura, scrittura e teatro: attività che impegnano direttamente gli iscritti anche nei processi di ideazione e che prevedono la produzione di testi, saggi e spettacoli. Ma anche gli appuntamenti del mercoledì, gli incontri conviviali, i viaggi di istruzione, le visite guidate a musei e luoghi d’arte, i concerti».
Non c’è tempo per annoiarsi: storia di Matera anche attraverso le strade e la gastronomia; medicina generale; storia dell’arte; psicologia; risparmio energetico; farmaci e salute; benessere mentale; inglese; ginnastica; i racconti delle stelle; teatro; scrittura; vaccinazioni; musica. E le immancabili filosofia e educazione finanziaria, must nella cerniera di resilienza e socialità.