È l’8 ottobre 2001: «La Gazzetta del Mezzogiorno» annuncia l’inizio della guerra in Afghanistan. «L’attacco militare è cominciato. Il presidente George Bush ha annunciato ieri alla nazione, con un drammatico discorso della Casa Bianca, che nella guerra al terrorismo l’America è passata all’offensiva. Bush ha parlato alla nazione, mentre i missili Cruise e le bombe americane stavano ancora piovendo sull’Afghanistan. E il Presidente ha chiarito fin dal primo momento che gli Stati Uniti ormai non fanno più alcuna distinzione tra i terroristi di Osama Bin Laden e il regime dei Talebani». L’Afghanistan, dal 1996 «emirato islamico», si era ripetutamente rifiutato di consegnare Osama Bin Laden, il capo dell’organizzazione terroristica al Qaeda, alle autorità internazionali. La situazione non era cambiata né dopo le sanzioni da parte dell’Onu, né dopo l’attentato alle Twin Towers di New York nel 2001: ciò ha provocato l’immediata reazione del governo statunitense che, così, avvia alla campagna militare «Enduring freedom».
Il Presidente Usa sottolinea che l’America non è sola. «La Gran Bretagna sta partecipando con noi all’attacco. Ed altri paesi amici, come Canada, Australia, Germania e Francia, si sono impegnati a partecipare in futuro alle azioni con le loro forze. Altri 40 paesi in Medio Oriente, Africa, Europa e in Asia ci hanno garantito permessi di transito e di uso del territorio. La volontà collettiva del mondo è dalla nostra parte», ha affermato Bush.
Si legge ancora sul quotidiano: «Il presidente ha sottolineato che l’America non è nemica del popolo oppresso dell’Afghanistan. E per dimostrare questo, in parallelo agli attacchi contro i Taliban sono cominciati anche lanci di viveri medicinali ed equipaggiamenti umanitari per alleviare le sofferenze della popolazione». Ci si aspetta, naturalmente, una reazione da parte dei terroristi contro obiettivi americani: Bush annuncia di aver ordinato di rafforzare le misure di sicurezza nel paese. L’America, si legge sul quotidiano, è schierata con il Presidente, che ha aggiunto: «Dall’11 settembre, un’intera generazione di giovani americani ha cominciato a comprendere in modo più profondo il valore della libertà ed i costi ed i sacrifici richiesti dalla sua difesa. Non falliremo: la pace e la libertà trionferanno». Pochi mesi dopo, con la conquista di Kabul, l’emirato islamico sarà rovesciato. Ci vorranno ancora dieci anni per assistere all’uccisione di Osama Bin Laden e altri dieci per il ritiro delle truppe occidentali dal paese, che consentirà tuttavia la drammatica riconquista del potere da parte dei Talebani.