«Un altro ricorso per la “Zanzara”?» il 16 aprile 1966 «La Gazzetta del Mezzogiorno» continua a dare ampio spazio alla questione che da circa un mese monopolizza l’opinione pubblica. Tre giorni prima, infatti, è stata depositata la motivazione della sentenza con cui i giudici della prima sezione del Tribunale penale di Milano hanno assolto con formula piena gli imputati Marco de Poli, Claudia Beltramo Ceppi e Marco Sassano, studenti dello storico Liceo milanese Parini. I tre – rispettivamente direttore, redattrice e collaboratore del giornale studentesco «La Zanzara» – sono stati accusati di «oscenità a mezzo stampa e pubblicazione clandestina» e coinvolti in un processo insieme al preside Daniele Mattalia e alla tipografa Aurelia Terzaghi. Il 14 febbraio 1966 i giornalisti in erba hanno, infatti, pubblicato un’inchiesta dal titolo «La posizione della donna nella società italiana», un’indagine su «cosa pensano le ragazze» a proposito di cultura, morale, religione, matrimonio ed educazione sessuale.
Denunciati da un gruppo di genitori, vengono convocati dal sostituto procuratore della Repubblica Pasquale Carcasio per essere sottoposti a una visita medica in base a una vecchia disposizione ministeriale del 1933, secondo la quale, per gli imputati minorenni, deve essere compilata una scheda contenente anche i dati biologici. Claudia Beltramo Ceppi rifiuta di spogliarsi: la circolare fascista, spiega il suo difensore, è da ritenersi annullata dall’articolo 13 della Costituzione, per cui la libertà personale è inviolabile e non è ammessa alcuna ispezione personale.
«La Gazzetta del Mezzogiorno» segue sin dall’inizio il caso, così dirompente da guadagnarsi più volte la prima pagina. In tutta Italia si organizzano mobilitazioni in difesa dei tre studenti. Anche in Basilicata i movimenti giovanili esprimono subito solidarietà per i retaggi fascisti del trattamento subito dagli autori dell’inchiesta: «come responsabili dei partiti che sono sorti dalla Resistenza, abbiamo a cuore che simili episodi non abbiano a ripetersi nell’interesse della dignità e della civiltà del nostro Paese», si legge sul quotidiano. Mentre a Milano si sfila in corteo, a Matera il giornale studentesco «Sesta ora» organizza il dibattito sul tema «L’episodio della Zanzara e le libertà costituzionali», introdotto dal presidente del circolo culturale «La Scaletta», avv. Raffaello De Ruggieri. Il 30 marzo si apre il controverso processo, che si conclude in pochi giorni con assoluzione piena degli imputati, perché il fatto non sussiste. Le frasi sono inopportune, secondo i giudici, ma non è stata offesa la morale dei giovani. Un vivacissimo dibattito è ospitato nelle «Lettere alla Gazzetta»: Oscar M., pur proclamandosi «giovane» quanto i ragazzi coinvolti nel caso, ne prende le distanze: «Volete costruire un mondo tutto nuovo, un mondo plasmato dalla fantasia e dalla felicità, ma chi vi credete di essere? Il mondo aspettava gli “ye-ye” per cambiare volto?». Sulla stessa linea Vittorio B., ex condirettore di un un periodico studentesco barese, il quale ritiene l’inchiesta priva di qualsiasi pudore e senso morale.
A loro risponde pochi giorni dopo Michele T.: «Quella del Parini è una lotta feconda che si propone di abbattere i falsi idoli e di ritessere la tela della nostra società sulla base di una riscoperta dei veri autentici valori umani». Adriano S. esprime il suo disappunto per i provvedimenti presi nei confronti dei giovani incriminati e invita gli studenti ad esporsi al riguardo: «Avendo anch’io fino allo scorso anno collaborato a diversi giornali studenteschi ed essendomi in particolare interessato a questioni riguardanti il sesso ho notato che nessun appunto è stato mosso da genitori, professori e tanto più magistrati agli articoli pubblicati, i quali contenevano interviste analoghe a quelle del giornale milanese». Pienamente immersa nello spirito del tempo la riflessione di Marco R.: «Noi giovani un po’ più anziani abbiamo vissuto in un mondo chiuso dove anche certe letture ci erano proibite, fanno bene le nuove generazioni a chiedere una maggiore libertà a leggere di tutto. Non si può vivere pienamente senza conoscere la vita nei suoi diversi aspetti. Gli studenti del liceo Parini hanno discusso i problemi dei rapporti fra i due sessi, perché gli adulti ne possono discutere e i giovani no?».
Molti altri pareri compaiono sulla «Gazzetta» in quelle settimane, alcuni definiti «stravaganti», altri, decisamente conservatori: «Io invece asserisco che, salvo pochi casi sfortunati, il fallimento dell’istituto matrimoniale è conseguenza della licenziosità dei costumi, della decadenza della morale e del perduto senso del pudore che erroneamente si vorrebbe chiamare modernismo, ma che in effetti non è altro che esibizione del proprio io in senso materialistico!», scrive Michelangelo A. di Bitonto.
Cinque universitari di Trani invocano, invece, una riforma sessuale: «Appare pertanto evidente che l’etica sessuale tradizionale è inadeguata alla realtà del nostro tempo (è inammissibile che si rimanga casti fino a trent’anni!)». Elvidio T. di Taranto auspica, al contrario, la chiusura di certi «giornaletti studenteschi che minacciano la morale pubblica». Una sola voce manca, in questo ampio dibattito di cinquantanove anni fa: quella delle donne.