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L’orrore dei 368 morti nel mare di Lampedusa

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

L’orrore dei 368 morti nel mare di Lampedusa

Ottobre 2013, il barcone della vergogna

Martedì 04 Ottobre 2022, 09:58

È il 4 ottobre 2013. La Gazzetta del Mezzogiorno racconta il più grande naufragio di migranti avvenuto nel Mediterraneo. «La tragedia inimmaginabile fino a pochi secondi prima divampa in un lampo come il fuoco che avvolge subito il ponte del barcone da dove centinaia di somali ed eritrei guardavano la costa vicinissima di Lampedusa, di fronte l’Isola dei Conigli, immaginando già di toccare terra»: inizia così la cronaca del disastro avvenuto il giorno prima.

Un peschereccio di circa 20 metri, con a bordo migranti di origine eritrea ed etiope, è salpato il 1º ottobre 2013 dal porto di Misurata, in Libia. Giunto a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, a poca distanza dall’Isola dei Conigli, i motori si sono bloccati.

Il fumo prodotto dallo straccio infuocato per segnalare la propria presenza alle altre navi scatena un’ondata di panico che ha probabilmente fatto rovesciare l’imbarcazione, che ha girato su se stessa tre volte prima di colare a picco. Solo alle 7 di mattina alcune imbarcazioni civili e pescherecci locali hanno notato i naufraghi e dato l’allarme alla Guardia costiera, caricando nel frattempo la maggior parte dei superstiti a bordo.

«I migranti volevano segnalare la propria posizione incendiando una coperta, ma le fiamme si sono propagate subito sul ponte dove giacevano 300, forse 500, persone».

Si conteranno, alla fine, 368 morti e 155 superstiti. «Due donne incinte sono state trasportate a Palermo. Tre migranti, invece, sono stati ricoverati al poliambulatorio di Lampedusa.

«Viene la parola vergogna: è una vergogna! Uniamo i nostri sforzi perché non si ripetano simili tragedie», ha detto papa Francesco. Per il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Bisogna reagire e agire. Non ci sono termini abbastanza forti per indicare anche il nostro sentimento di fronte a questa tragedia».

Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa e Linosa, ripete: «È un orrore, un orrore. Questi morti parlano a tutti».

Al cimitero, lancia l’allarme, non ci sono più loculi e il centro di accoglienza ha superato da tempo ogni limite di capienza. «Qui non abbiamo più posto né per i vivi né per i morti», afferma la Nicolini, e al presidente del Consiglio Enrico Letta rivolge un appello: «Venga a contare i morti con me».

In seguito al naufragio di Lampedusa, il governo italiano avvierà la missione militare e umanitaria denominata «Mare Nostrum». Due anni dopo verrà istituita la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, che si celebra ogni 3 ottobre.

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