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Nessun indizio contro Di Vittorio

 
Annabella De Robertis

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Annabella De Robertis

Nessun indizio contro Di Vittorio

Mercoledì 06 Aprile 2022, 11:59

Accanimento giudiziario contro Di Vittorio. Il 6 aprile 1922: tra le prime notizie del «Corriere delle Puglie» compare l’esito della Commissione parlamentare per gli Affari di Giustizia, riunita per deliberare sulla domanda di autorizzazione a procedere contri gli onorevoli Di Vittorio e Caradonna, imputati per i gravi fatti verificatisi a Cerignola nel febbraio 1921. Il comune dauno è da mesi ormai funestato da scontri violenti tra le leghe dei contadini, capitanate dal socialista Di Vittorio, e i proprietari terrieri sostenuti dai fascisti di Caradonna.

Morti, feriti, colpi d’arma da fuoco contro il Municipio, danni ingenti a diversi edifici sono il risultato di quell’aspra contesa. La Commissione, di cui il «Corriere» riporta integralmente la relazione, autorizza a procedere contro l’on. Caradonna per il reato di lesioni lievi a danno di due uomini; blocca, invece, il procedimento nei confronti di Di Vittorio per i reati di formazione di bande armate e di eccitamento alla guerra civile. Non sussistono, infatti, indizi a favore di tali accuse, fino al punto che si mette in dubbio l’imparzialità delle indagini della polizia giudiziaria nei confronti del socialista.

La Chiesa Russa Il «Corriere» dà conto delle intricate questioni intorno alla proprietà della Chiesa ortodossa di Bari. Nel 1911 la «Società ortodossa di Palestina» ha chiesto al governo italiano di poter acquistare un suolo a Bari per erigere una chiesa ortodossa con annesso ricovero per i pellegrini diretti alla tomba di San Nicola. Ortodossi russi hanno, così, acquistato un terreno sulla via di Carbonara e i lavori per la realizzazione del progetto dell’architetto Šcusev – che diventerà il maggiore esponente del monumentalismo sovietico e costruirà il mausoleo di Lenin a Mosca – erano iniziati già nel 1913.

Nell’aprile 1922, però, il principe Nicola Gewacoff cita in giudizio presso il Tribunale di Bari due personalità russe che, a suo dire, durante la sua assenza, si sarebbero appropriate della Chiesa. Il quotidiano dà, quindi, spazio al botta e risposta e alle delegittimazioni reciproche tra i protagonisti della vicenda. Non è facile, d’altro canto, verificare l’attendibilità dell’una o dell’altra parte, dal momento che rare si sono fatte le comunicazioni con la Russia dopo la Rivoluzione d’ottobre. La causa giudiziaria andrà avanti per diversi anni, finché nel 1937 la Chiesa passerà al Comune di Bari e così resterà fino al 2007, quando, grazie ad un accordo tra i capi di Governo italiano e russo, l’edificio sacro è tornato nelle mani di Mosca.

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