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Il giorno del dolore. Mattarella ai funerali
Sale numero dei morti: 291
Vescovo: «Le campane torneranno a suonare»

 
Rita Schena

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Rita Schena

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Sabato 27 Agosto 2016, 11:48

19:42

Materiali usati per le costruzioni - cemento, sabbia, mattoni - ma anche le procedure seguite nella realizzazione degli edifici più recenti, crollati o lesionati per il terremoto: si occuperà di tutto questo l'inchiesta aperta dalla procura di Rieti dopo il sisma del 24 agosto. Il fascicolo c'è, per ora non ci sono nomi di indagati, né sequestri. C'è anche un’ipotesi di reato, disastro colposo, alla quale, se emergeranno responsabilità specifiche, potrà aggiungersi anche quella di omicidio colposo. Accanto a quella di Rieti, c'è una seconda inchiesta, anche questa per ora senza indagati, aperta dalla Procura di Ascoli Piceno per il fronte marchigiano del terremoto.
Nelle due procure per ora si continua a lavorare per l'identificazione delle vittime, ma è scontato che, dopo questa prima fase, le inchieste entreranno nel vivo: con i primi sequestri, sulla base delle acquisizioni già in corso da parte della polizia giudiziaria, e con l’obiettivo di accertare i motivi dei crolli che hanno determinato la morte di tante persone. Si tratterà, in definitiva, di verificare se tutto sia dipeso solamente dalla forza del terremoto oppure da costruzioni fatte male, con materiali scadenti, cattive progettazioni ed eventuali speculazioni sul cemento. L’inchiesta paradossalmente, potrà coinvolgere anche eventuali superstiti, committenti degli interventi, in caso di mancato rispetto delle regole edilizie e delle norme antisismiche.
Nel reatino, in particolare, l’indagine si annuncia molto complessa, anche perché in gran parte basata sulla documentazione relativa agli immobili - come progetti e autorizzazioni - finita tra le macerie del comune. Proprio per questo saranno usate particolari precauzioni nella rimozione delle macerie della casa comunale, con l’obiettivo di recuperare il maggior numero possibile di «pratiche». Si chiederà, inoltre, "soccorso», se sarà necessario, a provincia e Regione Lazio per i documenti condivisi.
Uno degli aspetti su cui si potrebbe soffermare l’attenzione degli inquirenti è anche il motivo per cui lesioni e crolli si sono verificati anche in edifici che erano stati ristrutturati di recente con previsione di interventi antisismici, e che tuttavia, non hanno retto all’urto dell’onda sismica, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, divenuti simboli del disastro.
Gli accertamenti, per gli edifici sui quali si indagherà, riguarderanno tutto l’iter della costruzione: dall’assegnazione degli appalti alla progettazione, dall’edificazione dell’immobile ai controlli successivi, con particolare riguardo alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche.
Le due procure - quella reatina e quella ascolana - inoltre, saranno impegnate anche su un altro fronte, che non guarda solo al passato, al costruito, ma anche a ciò che dovrà essere nuovamente realizzato: si dovrà fare i conti con il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nelle operazioni di ricostruzione. E’ probabile, al riguardo, anche un forte coordinamento con la procura nazionale antimafia poiché gli interventi edilizi per la rinascita dei paesi, come esperienze del passato dimostrano, potrebbero attirare gli appetiti mafiosi che vedono nella ricostruzione la possibilità di sviluppare i propri affari.

I FUNERALI - Oggi si sono celebrati ad Ascoli Piceno i funerali di una parte vittime del sisma che ha colpito l’Italia centrale. Alle esequie celebrate dal vescovo monsignor Giovanni D’Ercole erano presenti tra le autorità il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Matteo Renzi. Mattarella è stato accolto da un applauso quando è entrato nella palestra comunale di Monticelli dove sono le bare.

Intanto è cresciuto il numero delle vittime accertate: A seguito del decesso dell’uomo ricoverato presso l’ospedale di Perugia e proveniente da Arquata, il bilancio delle vittime è salito al momento a 291: 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto. Lo rende noto la Protezione civile. 230 ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto.

IL VESCOVO: HO CHIESTO A DIO, CHE SI FA? - «'E adesso, Signore, che si fa?' Quante volte, nel silenzio agitato delle mie notti di veglia e d’attesa, ho diretto a Dio la stessa domanda che mi sono sentito ripetere da voi in questi giorni». Lo ha detto
nell’omelia ai funerali il vescovo D’Ercole. «A nome mio, nel nome di questa nostra gente tradita dal ballo distruttore della
terra: 'e adesso che si fa?' mi sono rivolto a Dio Padre, suscitato dall’angoscia, dall’avvilimento di esseri umani derubati dell’ultima loro speranza». 

«Le torri campanarie, che hanno dettato i ritmi dei giorni e delle stagioni, sono crollate, non suonano più. Polvere, tutto ormai è polvere. Eppure, sotto macerie, c'è qualcosa che ci dice che le nostre campane torneranno a suonare, ritroveranno il suono del mattino di Pasqua». «Un terremoto è la fine: un boia notturno venuto a strapparci di dosso la vita. La nostra terra, però, è popolata di gente che non si scoraggia». «Non abbiate paura di gridare la vostra sofferenza, ma non perdete coraggio. Insieme ricostruiremo le nostre case e chiese; insieme soprattutto ridaremo vita alle nostre comunità, a partire proprio dalle nostre tradizioni e dalle macerie della morte. Insieme!». «Abbiamo pianto e sofferto insieme ma ora è il momento della speranza».

IL RICORDO PER LE PICCOLE GIORGIA E GIULIA -  Nel corso dell’omelia il vescovo ha ricordato Giorgia e Giulia, le due sorelline, una sopravvissuta e l’altra morta che sono diventate tra i simboli del sisma: «La più grande Giulia purtroppo morta, ma ritrovata in una posizione protettiva su Giorgia, una bimbetta di scarsi cinque anni - ha detto - che sembrava spaesata con la bocca piena di macerie. Morte e vita erano abbracciate, ma ha vinto la vita: Giorgia. Anzi, dalla morte è rinata la vita perché chi esce dal terremoto è come se nascesse di nuovo».

MATTARELLA: NON VI LASCEREMO SOLI. GRAZIE AI SOCCORRITORI - «Non vi lasceremo soli. Non vi preoccupate, faremo tutto il possibile per starvi vicino». Lo ha detto il presidente Mattarella parlando con gli sfollati del sisma nel campo di Accumoli, il presidente ha espresso a diverse persone parole di solidarietà e di speranza. Ai volontari ha fatto i complimenti per l'allestimento del campo. Ringraziamenti che il capo dello Stato aveva espresso anche ad Amatrice «Vi ringrazio per quello che fate», aveva detto, rivolgendosi ai soccorritori, sui luoghi colpiti dal sisma.

UN PARENTE SI SENTE MALE DURANTE I FUNERALI - Leggero malore per uno dei parenti delle vittime marchigiane del terremoto dei quali oggi si celebrano i funerali nella palestra di Monticelli, in un caldo torrido. E’ stato subito soccorso dal personale sanitario presente e portato via in barella. Le sue condizioni non sono comunque apparse particolarmente gravi. 

IL LUNGO ABBRACCIO TRA I SINDACI DI ARQUATA E L'AQUILA - Un lungo abbraccio fra due sindaci uniti da una grande tragedia collettiva: il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente è andato a cercare il sindaco di Arquata del Tronto Leandro Petrucci appena entrato nella palestra di Ascoli dove si celebrano i funerali delle vittime del sisma marchigiano, e l’ha abbracciato.

RENZI: DITEMI COSA E' MEGLIO PER VOI - «Ditemi cosa è meglio per voi: non possiamo decidere tutto noi da Roma». Così il premier Matteo Renzi parlando con alcuni terremotati al termine dei funerali delle vittime ad Ascoli Piceno. «Dovete essere voi a dirci se volete rimanere nei vostri territori, cosa è importante per voi». A Pescara del Tronto, ha aggiunto, «penso sarà impossibile ricostruire, ci sono stato, è tutto distrutto». Ma su Arquata invece «possiamo lavorare». 

I SOCCORSI E GLI SFOLLATI - Nei territori colpiti dal terremoto, sono 6.120 le forze messe in campo sul territorio tra gli appartenenti alle diverse strutture operative, ai centri di competenza tecnica scientifica e alle aziende erogatrici di servizi essenziali. A questi si aggiunge tutto il personale delle amministrazioni statali e di quelle delle aree colpite dal sisma, nonché quello delle colonne mobili attivate dalle altre regioni per portare aiuto. E’ il punto sulle forze in campo reso noto dal Servizio nazionale della Protezione civile.
In particolare, 1.174 sono i Vigili del Fuoco, 782 gli appartenenti alle Forze Armate e 893 alle Forze di Polizia, a cui si aggiungono 431 unità di personale della Croce Rossa Italiana, 17 del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e 437 uomini e donne delle organizzazioni di volontariato nazionale, nonché 817 del volontariato locale di Lazio, Marche e Umbria e 654 delle colonne mobili proventi da fuori dalle regioni colpite. Ammonta a un totale di 58 il personale dei diversi centri di competenza tecnica e scientifica; circa 445 unità di personale in campo per le aziende erogatrici dei servizi di luce e gas; 203 per gli operatori di telefonia; circa 120 per la viabilità, 30 per le Ferrovie dello Stato; 15 per il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e 44 per il Dipartimento della Protezione civile. I mezzi di soccorso complessivamente impegnati sul territorio sono circa mille.
Sono circa 2.500, rende noto inoltre la Protezione civile, le persone assistite, ospitate nei 49 campi e strutture allestite allo scopo (19 nel Lazio, 5 nelle Marche e 25 in Umbria), a fronte di una disponibilità complessiva di oltre 3.800 posti già attrezzati a cui si aggiunge la possibilità di allestire ulteriori moduli se necessario

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