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Trasformazione digitale, brillano Bari e Lecce

 
Piero Miolla

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Piero Miolla

Trasformazione digitale, brillano Bari e Lecce

I due capoluoghi ok per trasparenza sul web e pagamenti online

Sabato 19 Dicembre 2020, 11:12

Si sono portate ad uno stadio avanzato di digitalizzazione le città di Bari e Lecce, mentre la strada verso la transizione digitale è ancora lunga per gli altri capoluoghi pugliesi e per quelli lucani.
È quanto emerge dal rapporto ICity Rank 2020 di Forum Pa in collaborazione con EnelX, che quest’anno non ha elaborato l’usuale indice, ma si è soffermato esclusivamente su un aspetto: l’indice di trasformazione digitale. Poiché, infatti, la pandemia ha messo in luce il valore delle smart cities e della digitalizzazione, Fpa ha scelto di confrontare i 107 capoluoghi italiani prendendo in considerazione i mutamenti nei processi di trasformazione digitale, a partire da otto indicatori che misurano l’accessibilità on line dei servizi pubblici, la disponibilità di app di pubblica utilità, l’adozione delle piattaforme digitali abilitanti, l’utilizzo dei social media, il rilascio degli open data, la trasparenza, l’attivazione di reti wi-fi pubbliche, l’implementazione di tecnologie di rete intelligenti.

Nel rating generale della trasformazione digitale Lecce e Bari sono tra le tre città del Mezzogiorno, insieme a Palermo, a entrare nelle prime venti posizioni, rispettivamente diciassettesima e ventesima. La città del sindaco Antonio Decaro - secondo il rapporto - è prima in Italia per trasparenza del sito web comunale e nella fascia alta della classifica per l’accesso on line dei servizi pubblici e l’uso di app municipali che forniscono gratuitamente informazioni e servizi di pubblica utilità, incrementati dalle limitazioni agli accessi «fisici» agli sportelli indotte dall’emergenza Covid. Matera si posiziona al cinquantesimo posto, con un livello intermedio di digitalizzazione, ed è, insieme a Lecce, tra i 5 capoluoghi meridionali che si piazzano nel primo terzo della classifica per l’adozione delle piattaforme abilitanti (come Spid e PagoPA) e tra le prime dieci in Italia per la pubblicazione di open data.

Più indietro nella classifica finale restano, invece, Andria (in settantottesima posizione), Brindisi (ottantaquattresima), Potenza (ottantaseiesima) e Foggia (novantaduesima), ancora nella fase di avvio del processo, mentre fanalino di coda è Taranto (centesima), con un ritardo che si può definire critico.
Potenza fa registrare un buon punteggio nell’uso dei social da parte dell’amministrazione, stimolata anche dalla necessità di ampliare gli strumenti di comunicazione con il cittadino in condizioni di emergenza.

Critica, per quasi tutti i capoluoghi, invece, è la consistenza delle reti wi-fi pubbliche organizzate o sostenute dalle amministrazioni: solo Lecce, guidata dal sindaco Carlo Salvemini, riesce a entrare nelle prime 40 posizioni.
Non va meglio neanche per l’implementazione di tecnologie, reti e sistemi intelligenti nei servizi urbani, come illuminazione pubblica, raccolta dei rifiuti e gestione dei sistemi semaforici in cui, ancora una volta, solo Bari e Lecce raggiungono il primo terzo della classifica.
Più in generale, la dinamica osservata nella ricerca è stata quella di una accelerazione dei processi di trasformazione digitale che ha coinvolto, seppure in proporzioni diverse, tutti gli otto ambiti che sono stati messi sotto osservazione. Un po’ poco, forse, come consolazione, ma pur sempre uno spiraglio per il futuro digitale del Sud.

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