Il ponte sullo stretto rappresenta una infrastruttura strategica non solo per una maggior connessione tra la Sicilia ed il Mezzogiorno, ma anche per il completamento delle reti transeuropee di trasporto, parte essenziale del corridoio scandinavo -mediterraneo che contribuirà a portare l’Italia al centro dell’europa.
Il Consiglio dei Ministri ha deliberato il 9 Aprile la dichiarazione di sussistenza dei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico relativi alla salute dell’uomo e alla sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente, così come rappresentati nella «relazione IROPI» (Imperative Reasons of Overriding Public Interest), che rendono necessaria ed urgente la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina , ai sensi dell’articolo 6, comma 4, della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
Entro maggio il piano dettagliato delle opere compensative e la relazione Iropi verranno inviate a Bruxellelles e successivamente si procederà con l’istruttoria presso il Cipess che delibererà in pochi mesi. Un dato degno di nota è che la dichiarazione Iropi non richiede l’approvazione dell’Europa ma deve essere coerente con le normative Europee in particolare con l’articolo 6.4 della direttiva habitat. Dopo l’approvazione del Cipess, nella seconda metà del 2025, saranno avviati i primi lavori e la progettazione esecutiva dell’intera opera.
La sua realizzazione contribuirà a ridurre in modo significativo il gap logistico tra le regioni meridionali, con effetti positivi sul trasporto a livello nazionale ed europeo. L’opera fungerà da volano per lo sviluppo economico, sociale e infrastrutturale della Sicilia, della Puglia e dell’intero Sud. Oltre ai vantaggi in termini di collegamenti e trasporti, porterà benefici ambientali, con una riduzione stimata di circa 140mila tonnellate di CO2 grazie al miglioramento dell’efficienza logistica.
Inoltre, avrà un forte impatto occupazionale, generando circa 120mila nuovi posti di lavoro per un periodo di 7-8 anni, e contribuirà alla crescita del PIL nazionale. Le aziende meridionali potranno crescere dimensionalmente acquisendo un maggior know how che gli permetterà una volta finita l’opera di essere più competitive sia nei mercati nazionali che internazionali. Lo sviluppo economico generato dalla realizzazione del ponte interesserà anche il settore del turismo. In particolare nasceranno nuove rotte turistiche tra cui quella tra la Sicilia e la Puglia che contribuiranno a valorizzare ancora di più i territori attirando nuovi visitatori. Il Ponte sullo Stretto di Messina, è senza dubbio un progetto che va ben oltre l’architettura e le ingegnerie, abbracciando una visione di sviluppo economico sostenibile e inclusivo. La sua realizzazione potrebbe finalmente dare risposta alle esigenze storiche di sviluppo delle aree circostanti, trasformando in realtà ambizioni che fino ad oggi sono rimaste irrealizzate. Perdere questa occasione significherebbe rinunciare ad un potente catalizzatore di progresso economico e socioculturale