Negli ultimi 10 anni in tutta l’Italia da 54.000 si è passati a 12.000; in tutto questo tempo si è assistito a una vera e propria «moria» inarrestabile, che per il momento non si riesce ad arginare; sembra che nessuno se ne sia accorto.
Si sta parlando, purtroppo, delle edicole dei giornali che quasi ogni giorno vanno scomparendo dalle nostre città e dai nostri quartieri, togliendo, ahimè, nella memoria collettiva quei riferimenti culturali che hanno caratterizzato per anni la nostra infanzia e giovinezza e la nostra vita intellettuale. Erano e sono il nutrimento quotidiano per la nostra crescita, per la nostra educazione e per il nostro intelletto. È con le edicole che le nostre fantasie e passioni si sono sviluppate nel tempo; da ragazzi si correva a comprare i fumetti, quelle belle storie che venivano disegnate e che creavano personaggi mitici che hanno riempito l’adolescenza con i racconti di Topolino, Minnie e Paperino, con il Corriere dei Piccoli, con i protagonisti dell’epopea indiana, costituiti da capitan Miki e Grande Blek; per non parlare dell’inossidabile e indimenticabile Tex.
Non vedevamo l’ora che uscisse il nuovo episodio per andare con la sua personalità ai suoi tempi e apprezzare il compor-tamento della sua umanità. Siamo invecchiati con lui, ci siamo adagiati su una vita piatta, fatta di compromessi e ipocrisie, ma lui no, è rimasto sempre lo stesso nell’animo e nella mente, tutto d’un pezzo. Sempre coerente, pulito, forte nella sua onestà e semplicità, mai incline a patti e sempre rispettoso della giustizia, di cui ha fatto una scelta di vita, una bandiera da onorare. Ha fatto crescere nell’imparzialità e nella rettitudine intere generazioni, tutti affasci-nati dalla sua dirittura morale, che trionfa sempre. Certo, le persone continueranno a com-prare le sue storie, ma saranno sempre meno, perché i i chioschi di giornali sono in via di estinzione. Di chi è la colpa?
È probabile che il costo della carta abbia assestato un grave colpo alla stampa in generale e di conseguenza alle pubblicazioni. Non c’è giorno che passa che non se ne chiude una; fino al giorno prima c’era, esisteva, il giorno seguente, invece, non la si trova più al suo posto. E quando ce ne accorgiamo, ci si spezza il cuore. Ci diciamo: «Ma come è possibile? Era lì fino a ieri e ora non esiste più?!» Quando ci avviciniamo al titolare dell’edicola, che ci ha visti crescere e che per anni ci ha fatto leggere di tutto, ci dice scon-solato che non ce la faceva più ad andare avanti. Scuote la testa amareggiato, dicendo: «Dotto’, nessuno più compra i giornali. Non si legge più come una volta! Prima addirittura si prenotavano i quotidiani, e non solo quelli, ma anche le riviste, le edizioni periodiche, i fumetti, i giornalini per i più piccoli e tutto ciò che era stampato in generale. Tutto questo è quasi sparito. Oggi tutto corre online, gira su Internet, la gente si abbona ai quotidiani in Rete, che vengono letti sugli ipad, sui computer e anche sui telefonini. Tutto si divora e si racconta sui social. Insomma, sugli strumenti elettronici moderni, uccidendo così, piano piano, noi giornalai, che per anni abbiamo venduto di tutto, sacrificando la nostra vita lavorativa, alzandoci ogni giorno alle prime luci dell’alba, per continuare un’attività ereditata da nostro padre. È un dispiacere enorme, dotto’, mi creda».
Questo il grido di dolore lanciato da uno dei tanti edicolanti che ha smesso di fare questo tipo di lavoro. Ci sono anche quelli, però, che non voglio-no più fare questa vita di sacrifici e lanciarsi in attività più comode e sicuramente più redditi-zie. In questo modo, tuttavia, tradiscono una continuità intellettuale difficilmente colmabile. Una volta c’erano le locandine appese al di fuori del chiosco che mettevano in evidenza fatti criminosi accaduti nel mondo, fattacci insomma, eventi eclatanti che anticipavano le notizie che poi si sarebbero trovate con più particolari all’interno dei giornali. In questo modo si attiravano la curiosità e l’attenzione dei passanti e degli habitué; ma oggi, queste anticipazioni non esistono più, o quasi. I pochi chioschi rimasti, per sopravvivere, hanno cambiato quasi pelle, si sono trasformati in multiservizi, offrendo prestazioni di vario genere e natura tipo pagamento bollettini postali e bancari, pago Pa, Mav e Rav, F24, bollo auto e moto, ricariche telefoniche, giochi del Lotto e del Superenalotto, Ritiro e Deposito Pacchi, biglietti per treni e autobus, alcuni si sono lanciati a vendere anche libri; solo in questo modo riescono a compensare le perdite derivanti dai mancati guadagni della carta stampata.
Comunque, con la scomparsa delle edicole, va via un pezzo della nostra anima e della nostra esistenza, lasciando dei vuoti anche di convivialità, perché spesso quando si acquistava il quotidiano si andava anche al bar a prendere un caffè. Ora questa abitudine non esiste più; sono quasi scomparsi i baracchini, ma in compenso sono aumentati i bar.