La crisi d’impresa è un evento che, se non gestito per tempo, può portare a conseguenze irreversibili per l’azienda e per tutti gli stakeholder coinvolti. L’imprenditore ha la responsabilità di monitorare costantemente la salute finanziaria ed economica della propria impresa, adottando strumenti e strategie adeguate per individuare tempestivamente segnali di difficoltà. Una rilevazione tardiva, infatti, riduce drasticamente le possibilità di salvataggio, mentre, di converso, una diagnosi precoce consente di adottare misure correttive efficaci, garantendo la continuità aziendale.
L’art. 2086 co. 2 c.c., come modificato dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, impone agli imprenditori di adottare assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alle dimensioni dell’impresa, al fine di rilevare tempestivamente gli indizi di crisi e attivare le soluzioni più idonee. Questo principio rappresenta una svolta normativa, poiché introduce un obbligo di vigilanza continua, non più demandata esclusivamente a revisori e consulenti, ma direttamente all’imprenditore e agli organi di gestione.
Un’efficace rilevazione della crisi passa attraverso strumenti quali il monitoraggio dei flussi di cassa per individuare tensioni finanziarie, l’analisi degli indicatori di bilancio come l’indebitamento e la redditività, il controllo dei rapporti con fornitori e creditori per intercettare segnali di difficoltà nei pagamenti, l’implementazione di sistemi di allerta precoce che consentano di intervenire prima che la crisi diventi irreversibile. L’imprenditore deve, quindi, sviluppare una cultura della prevenzione, superando la tradizionale riottosità di fronte alle difficoltà, per adottare invece un approccio proattivo e lungimirante.
Molte imprese, infatti, si trovano a gestire la crisi quando ormai le opzioni di recupero sono ridotte al minimo. L’inerzia nel riconoscere le difficoltà può derivare da diversi fattori, tra cui l’errata percezione della gravità della situazione, la sottovalutazione dei segnali d’allarme o, in alcuni casi, la volontà di evitare decisioni impopolari. Ma, gli effetti di una mancata tempestiva rilevazione potrebbero essere devastanti e provocare una grave difficoltà di accesso al credito, la perdita di fiducia da parte dei fornitori e dei clienti (i partner commerciali potrebbero interrompere le collaborazioni, aggravando ulteriormente la situazione), l’aumento delle passività e la conseguente perdita di valore aziendale riducendo le possibilità di recupero con conseguenti responsabilità civili ed anche penali per gli organi sociali.
La diagnosi precoce della crisi d’impresa, invece, potrebbe costituire un’occasione per ripensare il modello di business, correggere inefficienze e rilanciare l’attività attraverso una serie di soluzioni che potrebbero includere: 1) La rinegoziazione dei debiti con creditori e fornitori, al fine di ottenere dilazioni nei pagamenti e condizioni più favorevoli; 2) L’ottimizzazione dei costi e la revisione della struttura aziendale, eliminando sprechi e migliorando la gestione operativa; 3) La ricerca di nuove opportunità di finanziamento attraverso fondi di investimento, private equity o altre forme di supporto economico o, infine, attraverso l’accesso ad uno degli strumenti di regolazione della crisi previsti dal Codice della crisi d’impresa, in primis, la composizione negoziata della crisi. Questo istituto consente alle imprese in difficoltà di avviare un percorso di risanamento attraverso la negoziazione con i creditori, sotto la guida di un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio.
I vantaggi principali della composizione negoziata sono evidenti, in quanto garantisce: 1) Il mantenimento della continuità aziendale, evitando il ricorso immediato a procedure concorsuali più invasive; 2) L’accesso a misure protettive, come la sospensione delle azioni esecutive da parte dei creditori; 3) Maggiore flessibilità nella negoziazione con banche, fornitori e altri stakeholder per ristrutturare il debito e ripristinare l’equilibrio finanziario; 4) Il supporto di un esperto indipendente, il cui compito è facilitare il dialogo tra le parti e individuare soluzioni percorribili per il risanamento aziendale. L’obiettivo, quindi, della composizione negoziata è quello di incentivare un approccio preventivo alla crisi, evitando che l’impresa raggiunga uno stato di insolvenza conclamata. Per questo motivo, è essenziale che gli imprenditori conoscano e sfruttino tempestivamente questo strumento, cogliendo l’opportunità di ristrutturare l’azienda prima che sia troppo tardi.
In conclusione, la capacità di rilevare tempestivamente la crisi d’impresa rappresenta un fattore chiave per il successo e la sopravvivenza dell’azienda. L’imprenditore deve dotarsi di strumenti di monitoraggio adeguati, mantenere una gestione finanziaria attenta e sviluppare una mentalità orientata alla prevenzione. Solo attraverso un intervento precoce e mirato è possibile trasformare una crisi in un’opportunità di rilancio, garantendo la continuità aziendale e tutelando tutti gli stakeholder coinvolti. L’adozione di strumenti come la composizione negoziata della crisi rappresenta un’opzione strategica che può favorire il risanamento dell’impresa e il superamento delle difficoltà, prima che la situazione diventi irreversibile.