Ho letto con interesse l’articolo apparso sul sito della Gazzetta del Mezzogiorno dal titolo «Monopoli-Fasano, per aprire il nuovo ospedale servono altri 300 medici e infermieri...». Sono un medico psichiatra originario di Bari residente da più di dieci anni ad Amburgo. Anche mia moglie è medico e per precisione oftalmologa. Saremmo pronti a tornare (e come noi tantissimi colleghi emigrati). La domanda centrale è ci prenderebbero? Anzi, é possibile tornare? La politica fa tantissimi proclami, pochi fatti. Racconto un poco la mia storia – se vi interessa – per arrivare al punto cruciale della questione.
Sono, come detto, un medico originario di Bari residente ad Amburgo, partito per la Germania subito dopo la laurea in Medicina e chirurgia. Qui ho conseguito in 3 diversi ospedali la specializzazione in psichiatria e psicoterapia in 6 anni. Giá dopo la specializzazione mi é stato offerto nello stesso ospedale dove ho conseguito la specializzazione un lavoro da dirigente medico. Dopo 4 anni e mezzo mi sono spostato in un altro ospedale sempre ad Amburgo, assumendo il ruolo di primario di una clinica per pazienti con dipendenze ed altri disturbi psichiatrici (1 anno e mezzo fa, avevo 37 anni. E mi trovo benissimo). Chiaramente contratto indeterminato dopo i sei mesi di prova (qui ricevono solo gli specializzandi contratti a tempo, ma una volta specializzati vengono anche loro assunti a tempo indeterminato!).
Leggendo ció che ho scritto su saltano all’occhio due grandi differenze del sistema di formazione del personale medico tedesco con quello italiano: la prima è la specializzazione, qui in Germania la si può conseguire in qualunque ospedale (anche diversi, non solo quelli universitari!), l’importante è conseguire dopo 5-6 anni determinate competenze: ad esempio io come psichiatra e psicoterapeuta ho dovuto iniziare 100 terapie farmacologiche, trattare 50 casi di depressione, svolgere 150 ore di psicoterapia, e cosí via. Un chirurgo dovrá aver affrontato 50 operazioni al fegato, eccetera. Dopo aver conseguito queste competenze si svolge un esame orale presso l’ordine dei medici della propria cittá, l’esame viene videoregistrato nel caso ci siano reclami. Per accedere alla specializzazione (possibile, almeno per lassi di tempo, anche in studi medici!) non c´é un concorso ma solo un colloquio di lavoro! Le offerte di lavoro per specializzandi (e strutturati) sono tantissime e trovabili o su siti specializzati o sui siti dell’ospedale. Ad esempio in questo momento, ad Amburgo, potrei candidarmi in 15 strutture ospedaliere diverse (non esagero) che cercano uno psichiatra. Il fatto che tutti cercano costringe i datori di lavoro ad adottare misure sociali a favore del lavoratore (per tenerselo ben stretto). Per quanto riguarda lo stipendio, ci sono sempre nuovi accordi tra sindacati ed ospedali con aumenti sostanziali ogni 2-3 anni.
La seconda grande differenza, già menzionata, è la modalità di assunzione, anche per gli strutturati (i già specializzati). Per essere assunti non c’é bisogno di aspettare il bando di un fantomatico concorso pubblico (che detto tra noi, in Italia é tutt’altro che trasparente): è lo stesso ospedale che cerca le figure professionali mancanti. Ed è interesse dell’ospedale assumere gente valida, in quanto qui in Germania la maggior parte degli ospedali sono privati e in concorrenza tra loro (chi ha la miglior offerta riceve piú pazienti e quindi più soldi), ma comunque restano accessibili a tutti (si paga una assicurazione sanitaria mensile il cui peso dipende dal reddito, ma con questa assicurazione sanitaria si ha come detto accesso a tutti gli ospedali, anche privati).
Volessi tornare in Italia, sarebbe praticamente impossibile. Non è una questione di soldi, è una questione di stabilità (contratto indeterminato o no?) e soprattutto di accessibilità (non è che vado sul sito del nuovo ospedale di Monopoli, vedo che cercano uno psichiatra, invio curriculum e lettera motivazionale, mi presento al colloquio e vengo assunto), è tutto più complicato, oscuro, incerto. E la politica non é che mi rassicura tanto. Qualche annetto fa avevo commentato un articolo sulla sanitá pugliese (in deficit di personale) sulla pagina Facebook del governatore Emiliano, il quale mi pregò di chiamarlo lasciandomi il suo numero di telefono. Lo chiamai, mi chiese di creare una lista di medici all’estero interessati al rientro in Puglia. Feci questa lista e lo ricontattai: non rispose, non si fece piú sentire.