«Per crescere un bambino ci vuole un villaggio» dice un antico proverbio africano. Ed è vero, per crescere un bambino serviamo tutte e tutti, ci si deve prendere cura del bambino, ma anche della sua famiglia, questo significa questa semplice frase. Se la famiglia è in difficoltà per le piccole o grandi cose, ci si fa avanti, si dà una mano, ma soprattutto ci si offre, non bisogna aspettare che sia chi ha bisogno a farsi avanti.
Ebbene, abbiamo dei bambini e delle bambine di cui prenderci cura e per cui offrirci, ovvero le prossime generazioni e questa che abbiamo qui davanti a noi. C’è bisogno di una legge che introduca l’educazione sentimentale nelle scuole. Che aiuti i ragazzi e le ragazze a confrontarsi, a gestire le proprie emozioni. Un’ora a settimana, come in Danimarca, nell’ora della classe, l’ora di empatia, nella quale si parla, si ascolta e si capisce cosa fare, e come, quando c’è un’emozione che ci attraversa. Che sia l’amore, la rabbia, la paura, in famiglia o fuori, quando ci si affaccia alla vita e il manuale di istruzioni non lo si è ancora trovato. E allora si parla, si ascolta, ci si confronta per capire, per esempio, che: «No significa no», non «forse», o «poi vediamo», o addirittura «sì». Significa proprio no, una parola semplice, ma difficile da accettare. Eppure, bisogna accettarli i no, perché dai no, dai fallimenti ci si può solo rialzare, ricominciare e continuare a vivere. E vivere significa anche scoprire cose nuove, conoscere nuove persone. I no aprono nuove strade, inaspettate e magari anche migliori. I no sono utilissimi!
Giovanni Falcone ci ha insegnato che la scuola è l’unico strumento per strappare alla mafia i ragazzi e le ragazze, solo l’educazione può portare le nuove generazioni a rifiutare il comportamento mafioso, l’associazione a delinquere come scelta di vita, più o meno imposta, più o meno compresa. Se nasci in un posto, ti adegui. No, non sempre. Se studi, comprendi e scegli.
L’insegnamento di Giovanni Falcone e il femminicidio di Giulia Cecchettin, e tutti gli altri femminicidi, ancora e ancora, hanno portato alla Proposta di Legge di Iniziativa Popolare per l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole. Ma come dicevo all’inizio, ci vuole un villaggio e ora abbiamo proprio bisogno che il villaggio ci venga in aiuto. Abbiamo bisogno di tutte e di tutti voi, non solo per raccogliere le firme, ma per prendere sul serio questa proposta e farne una legge dello stato.
E allora chiamo in aiuto tutte le Istituzioni, quelle comunali, regionali e nazionali, a partire dal Sindaco di Bari e tutto il Consiglio Comunale, fino ad arrivare al Presidente della Regione Puglia e a tutto il Consiglio Regionale, alle nostre Deputate e ai nostri Deputati, alle Senatrici e ai Senatori della Repubblica e chiedo loro di unirsi al villaggio.
Invito tutte le forze politiche a prendere l’impegno di sostenere questa proposta di legge, tutti gli schieramenti, perché questa cosa ci riguarda tutte e tutti, non c’è una parte sola che se ne debba occupare. Sono le nostre ragazze e i nostri ragazzi che vanno aiutati, lo dobbiamo fare tutte e tutti: il villaggio siamo noi.
E questo villaggio conta già più 26mila persone, ovvero quelle che hanno già firmato per la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare sull’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole, online, sul sito del Ministero della Giustizia al link che segue: https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/dettaglio/900003. E questo meraviglioso villaggio comprende le prime firmatarie e i primi firmatari di questa proposta di legge, che, esattamente un anno fa, il 30 novembre 2023, hanno deciso che il villaggio andava costruito seriamente, offrendosi, non aspettando che fosse la famiglia del bambino a chiedere aiuto, ma facendosi avanti, e che vorrei qui ringraziare - tutti dovremmo - per la loro cura, per aver posto le fondamenta del nostro villaggio: Sveva Colella, Silvia Iannone, Claudia Valentini, le più giovani, studentesse universitarie e poi Roberta De Marco, Angela Pellicciari, Annarita Caleprico, Rosa Falamingo, Caterina Borrelli, Antonella Maggi, Alessandra Rizzi, Stefania Scardicchio, Sara Rinaldi, Stefania Rovazzani, Fabrizio Carbonara, e non ultima Serena Triggiani, oggi Assessora Regionale alle Politiche di genere. La raccolta firme ha già raggiunto il 52% delle firme necessarie. Abbiamo tempo fino a febbraio 2025.
E ora tocca a voi che mi state leggendo. Siate il nostro villaggio.