Diritto del mare, difesa dei confini e politica: il dibattito estremamente acceso cancella il tema autentico degli eventi. Sono in corso esodi, non migrazioni. Spostamenti di tale portata riguardano intere popolazioni, non gruppi isolati o anche masse organizzate. Bisogna allargare la visuale dalla cronaca alla Storia, che da questo fattore è percorsa nei millenni, anzi ne viene proprio creata. E riguarda, in tempi non ancora remoti, anche le latitudini locali. Negli anni ‘50 e ‘60, i convogli ferroviari in partenza dal Meridione si riempivano di valigie di cartone. Dalla specifica prospettiva pugliese, il Lecce-Milano era il treno dei desideri per centinaia di migliaia in cerca di una felicità composta da appartamenti con servizi, elettrodomestici e utilitarie per andare in vacanza. Salvo poi ritrovarsi in abitazioni a ringhiera, con i bagni comuni relegati all’esterno.
Gli esodi sono sempre legati a passaggi epocali. La fuoriuscita degli Ebrei dall’Egitto alla Palestina segnò il compattarsi di un popolo che più di altri rivendica la propria identità. La calata dei barbari dipese dal crollo dell’Impero Romano di Occidente. Il venire meno di strutture, infrastrutture e organismi amministrativi che reggevano un mondo già multietnico sfociò nell’incontrollabilità, nei saccheggi e nelle devastazioni. Con conseguenze perfino esterne al continente. Il Vallo di Adriano, nella Britannia, non resse alle incursioni degli Scoti.
Gli studiosi di geostoria attribuiscono grande importanza all’esplorazione e alla praticabilità delle rotte oceaniche negli esodi trascorsi. La scoperta dell’America, la sua colonizzazione da parte degli europei e il trasferimento degli africani durante lo schiavismo modificarono l’assetto sia dei posti di provenienza sia degli insediamenti di arrivo.
In futuro che è già il presente, gli esodi saranno legati a condizioni climatiche ormai prossime al punto critico. L’effetto serra e la sovrappopolazione renderanno concretamente inabitabili vaste porzioni di un pianeta agli sgoccioli. Le scorte energetiche non basteranno a coprire il fabbisogno. Sarà preziosissimo un bene già da adesso molto appetibile. Gli esodi coincideranno con le guerre per l’acqua.
In Italia, diversi anni prima di Lampedusa, un osservatorio di prima linea degli esodi è stata la Puglia. Il 7 marzo 1991, nel porto di Brindisi l’Italia si accorse di costituire la terra promessa degli albanesi. L’America, anzi Lamerica, come poi titolò il suo film Gianni Amelio. Dall’altra riva dell’Adriatico giungono in 27 mila. Sfuggiti alle macerie della tirannide di Enver Hoxha. Disperati di partecipare alla Grande Festa Continua dell’occidente, dove la notte brilla di luci. Sono solo l’avanguardia. L’8 agosto successivo il mercantile «Vlora», salpato da Durazzo, approda a Bari con altri 20 mila. La regione è del tutto impreparata all’accoglienza, quanto il resto della nazione. Lo giubilo per la caduta del Muro di Berlino si volge in preoccupazione. Quella che la Germania già conosceva dagli ultimi giorni dell’Impero Sovietico, quando le frontiere dell’est trasudavano esuli in fuga.
La risposta inconsulta alla nuova mutazione demografica planetaria consiste in un anacronismo. Per un muro che cadeva, se ne innalzavano degli altri. Molto prima di quello che collocato fra Ungheria e Serbia, o la recinzione dell’enclave spagnola di Melilla, nel Marocco.
Ai confini con il Messico, il governo di Washington ha eretto nel 1994 il «muro di Tijuana». Era il risultato di tre misure adottate con denominazioni differenti dagli Stati coinvolti. In California si chiamava Gatekeeper, portineria, in Texas Hold-the-Line, mantieni la posizione, e in Arizona Safeguard, salvaguardia. L’installazione è di lamiera, con un’altezza variabile dai due ai quattro metri, estesa per molti chilometri fra San Diego e Tijuana. Quest’ultima, resa celebre da Orson Welles nel suo capolavoro del 1958, L’infernale Quinlan (Touch of Evil). Città incontrollabile per la criminalità quanto la vicina Juarez, dove seguitano a sparire donne e l’esistenza ha la ferocia della giungla.
Si aggiunga che le tragedie del Mediterraneo hanno cancellato quella interminabile dei boat-people nell’estremo oriente. A decenni dalla conclusione della guerra in Vietnam e in Laos tanti affrontano l’Oceano per trovare scampo dagli orrori vissuti.
Su tutto risuonano parole della Bibbia: «Il Signore disse a Mosè: “Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino”». Esodo 14, 15 – 17.