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Da Renzi ai Berlusconi grandi manovre estive nella «terra di mezzo»

 
Pino Pisicchio

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Pino Pisicchio

Da Renzi ai Berlusconi grandi manovre estive nella «terra di mezzo»

L’esplosione di informazioni sensazionali che giungono dal mondo globale riduce a piccola intermittenza la notizia politica italiana, schiacciata dai grandi appuntamenti, nell’anno in cui quattro miliardi di esseri umani si recano alle urne per cambiare la mappa del potere nel mondo

Sabato 27 Luglio 2024, 13:59

L’esplosione di informazioni sensazionali che giungono dal mondo globale riduce a piccola intermittenza la notizia politica italiana, schiacciata dai grandi appuntamenti, nell’anno in cui quattro miliardi di esseri umani si recano alle urne per cambiare la mappa del potere nel mondo. Così la disputa degli ottuagenari americani, con l’uscita dalla scena di uno per superati limiti di età e di efficienza e la permanenza dell’altro - di cui stranamente non si cita l’anagrafe e non si dibatte di idoneità - insieme ai collassi cibernetici su cui altro non si sente dire dagli esperti se non «abituatevi perché sarà anche peggio», soffoca o riduce a poco un paio di novità politiche che tengono banco in Italia. E che riguardano la terra di mezzo della politica: il «Centro», che gareggia con la mitologia norrena (dove la terra di mezzo c’è e si chiama Miðgarðr) per imprendibilità e lontananza. Si tratta delle esternazioni dei figli di Silvio Berlusconi e dell’annunciato cambiamento di rotta politica di Matteo Renzi.

Il pensiero post-berlusconiano doc ha contenuti assai interessanti che vanno interpretati intrecciando le esternazioni di Marina e Piersilvio. La prima non è nuova e riguarda quell’area tematica che vediamo maneggiare usualmente da Elly Schlein: i nuovi diritti civili. Marina, profilo tosto da tycoon al femminile, da tempo si schiera contro il pregiudizio omofobo, per un protagonismo sociale al femminile e da ultimo fa incursioni (pericolose ma popolari) nel delicato labirinto del fine-vita e dell’eutanasia. Si dirà: cosa c’entra con la terra di mezzo? A spiegarlo è il fratello Piersilvio, il cui profilo sembra più attento alla seduzione della politica, con un intervento con cui incita il partito di famiglia ad allargare il campo dei moderati. Pur essendo usurata, l’espressione «moderato» resta chiara: deriva dal latino «modus» che significa misura, limite. Chi è moderato, dunque, sa collocare le sue azioni e i suoi ragionamenti entro un certo limite, accogliendo la «giusta misura».

Nella storia risorgimentale italiana il lemma fa riferimento a personalità come Massimo d’Azeglio, Cesare Balbo e Cavour, che parteciparono ad un movimento legalitario, riformista e liberale, con quel nome, in alternativa ai mazziniani, più radicali. Se vogliamo, dunque, qualificare «politicamente» le esternazioni dei Berlusconi jr. dobbiamo pensare ad una idea politica che, evidentemente, superi Forza Italia, situandosi in un solco liberale aperto al riformismo e ai nuovi diritti, con un’aspirazione a farsi soggetto politico maggioritario e non ancillare. Insomma: ancora torna l’insuperato modello Dc. Invece per Renzi, che ha creativamente trasmutato l’occasione di un po’ di parlamentari sudaticci e in mutande in un gesto politico con abbracci e baci ad Elly Schlein, in campo anch’essa, il progetto è un altro. L’obiettivo del terzo polo, dopo le paturnie delle europee da divisi che hanno fatto buttare nel cesto dei rifiuti sette seggi a lui, a Calenda e alla Bonino, viene dichiarato morto e si riduce l’aspettativa centrista: da dimensione autonoma di soggetto politico autosufficiente a supporto di un polo - la sinistra in questo caso - che se resta tutta rossa non regge la competizione con la destra. Una certa cortese freddezza del Pd e una manifesta ostilità di Conte non incoraggiano il passo renziano. Ma non c’è dubbio che nelle architetture possibili per la ricostituzione di un’area centrista - necessaria come il pane alla politica italiana che ormai sembra nutrirsi solo di conflitto senza quartiere e di parole ostili - ci stanno tutte e due le ipotesi, quella di Piersilvio ma anche quella di Renzi. L’una propone un centro autosufficiente ed aggregatore. L’altra un centro aggregato a polarità che hanno altri catalizzatori.

È vero: le elezioni parlamentari sono nel 2027, lontane anni luce con la velocità siderale che ha oggi la politica. In mezzo, però, ci stanno i referendum: se quello sull’Autonomia dovesse vedere sconfitto il governo potrebbe trascinare con se anche quello sul premierato elettivo. Con esiti, a quel punto, imprevedibili.

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