Martedì 21 Ottobre 2025 | 17:16

Minacce sui social al Sottosegretario Gemmato: «Finirai appeso a testa in giù come a Piazzale Loreto»

Minacce sui social al Sottosegretario Gemmato: «Finirai appeso a testa in giù come a Piazzale Loreto»

 
giovanni longo

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giovanni longo

Minacce sui social al Sottosegretario Gemmato: «Finirai appeso a testa in giù come a Piazzale Loreto»

Messa alla prova per imputato, risarcimento devoluto alla famiglia del carabiniere ucciso a Francavilla

Martedì 21 Ottobre 2025, 14:38

14:44

«Sei un falso, dici bugie, sei un fascista di merda, sempre appeso li finisci a piazzale Loreto tranquillo tu la Meloni, Ignazio e tutti vi metteremo appesi per i piedi». E’ il tenore di una delle minacce inviate sulla piattaforma Messenger da un 58enne campano, accusato di minaccia aggravata e molestie ai danni del sottosegretario alla Salute on. Marcello Gemmato. Stando alle indagini condotte dagli agenti della Digos della Questura di Bari, coordinate dal pm Marcello Quercia, l’imputato “inviava in modo petulante e reiterato” sul profilo facebook di Gemmato messaggi (anche audio) di “natura minacciosa rivolti anche al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al presidente del Senato Ignazio La Russa “diretti a turbarne l’attività”, si legge nel capo d’imputazione.

Le condotte risalgono al periodo tra il 10 ottobre e il 3 dicembre 2022, subito dopo la nomina di Gemmato (FdI) al ministero della Salute, parte civile nel processo, assistito dall’avvocato Luciano Marchianò. Nel corso dell’udienza che si è svolta oggi davanti al giudice monocratico del Tribunale di Bari Antonietta Guerra, l’imputato ha formalizzato la richiesta di essere “messo alla prova”, rito speciale che consente di “congelare” il procedimento "in cambio" di un programma che include lavori di pubblica utilità, attività di risocializzazione e un risarcimento del danno alla persona offesa. All’esito positivo, il reato viene estinto e niente condanna.

L’imputato ha già risarcito l’On. Gemmato, con una somma che il sottosegretario alla Salute ha scelto di devolvere alla famiglia del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, il carabiniere barbaramente ucciso lo scorso 12 luglio durante un inseguimento nelle campagne tra Francavilla Fontana e Grottaglie. Il generale Iacopo Mannucci Benincasa, comandante della Legione Carabinieri Puglia, si è reso immediatamente disponibile, rendendo possibile la donazione. Il processo è stato rinviato al 3 marzo 2026 per la decisione in merito alla richiesta di messa alla prova.

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