Venerdì 05 Dicembre 2025 | 21:28

Bari, a San Pasquale evacuate altre due palazzine a rischio crollo: settimo sgombero, è allarme VIDEO

Bari, a San Pasquale evacuate altre due palazzine a rischio crollo: settimo sgombero, è allarme VIDEO

 
redazione online (foto e video donato fasano)

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redazione online (foto e video donato fasano)

In via Capriati. Lo sconcerto dei residenti, 28 famiglie senza casa: nell'immediato non è stata prospettata alcuna soluzione alternativa da parte del Comune. Una sola persona ha chiesto l'ausilio del Pronto intervento sociale

Martedì 21 Ottobre 2025, 15:16

22 Ottobre 2025, 11:04

Un altro sgombero per edilizia pericolante. Un evento che in città si sta ripetendo con allarmante frequenza dallo scorso marzo, ovvero dal drammatico crollo della palazzina in via Pinto 6, nel quartiere Carrassi. Preoccupazione e disagi hanno stavolta dominato la mattinata di ieri al rione San Pasquale: in via Capriati (una traversa di via Fanelli), è stato necessario evacuare un vasto edificio per il rischio evidenziato dalle condizioni di tre pilastri centrali.
Prudenza doverosa Nel dettaglio, due palazzine adiacenti di sei piani (più un piano rialzato) ai numeri civici 24 e 26 della stradina nel rione San Pasquale sono state sgomberate per rischio crollo, ieri attorno alle 11,30. Oltre alle palazzine sono stati smantellati anche i locali interrati.

Le criticità presentate dal fabbricato sono emerse nel corso dei lavori di manutenzione straordinaria (affidati alla ditta Edilca Solutions), nonché su alcuni pilastri. L’ingegner Carlo Schiraldi, incaricato della direzione dei lavori partiti lo scorso 13 ottobre, ha rilevato problematiche allarmanti sotto il profilo strutturale strutturale: tempestivamente, pertanto, ha chiesto l’intervento dell’amministrazione comunale e dei Vigili del Fuoco per procedere allo sgombero della palazzina. Le successive rilevazioni hanno confermato la presenza di pilastri ammalorati: una colonna, in particolare, appare quasi pregiudicata presentando la lesione diagonale e la rottura delle staffe, ovvero del ferro che circonda e tiene il pilastro: una situazione tale da provocare il rischio che il pilastro potesse ripiegarsi su se stesso. Il contesto, dunque, si presenta piuttosto complicato, ma gli interventi immediati hanno permesso di porre la zona sotto controllo: attualmente la stessa ditta incaricata dei lavori di manutenzione straordinaria, infatti, sta intervenendo sotto la medesima direzione tecnica, che finora ha portato avanti l’opera di cantiere in maniera decisamente scrupolosa.
28 famiglie senza tetto «Il direttore tecnico dei lavori ha ritenuto stamattina di allertare i Vigili del Fuoco e sgomberare gli edifici», afferma l’amministratore di condominio, Michele Ranieri. «I lavori di manutenzione straordinaria sono partiti appena una settimana fa e non si era rilevato alcun intoppo, sospetto o minimo scricchiolio. Tuttavia, il livello di guardia dopo il crollo di via Pinto si è notevolmente alzato ed è doveroso non trascurare alcun particolare». Sono 28 le famiglie sgomberate, al momento senza casa. Tangibile il disagio, la preoccupazione e la sensazione di smarrimento di chi ha dovuto attrezzarsi in pochi minuti per portare via dalle proprie abitazioni lo stretto indispensabile. Molti i nuclei che hanno incontrato difficoltà a reperire una sistemazione temporanea, sebbene al termine della giornata tutti hanno trovato appoggio da amici o parenti. Soltanto una persona ha chiesto l’intervento del Pronto Intervento Sociale, ovvero il servizio di assistenza in emergenza finanziato dall’assessorato al Welfare.

«Non avevamo alcun sentore di possibili problematiche: è stata una doccia fredda», afferma Saverio Radogna, 73enne pensionato che abita al primo piano. «Ho raccolto il possibile e spero di trovare ospitalità da alcuni amici. Inutile negare che l’ansia principale sia legata alle tempistiche: temo che serviranno più dei dieci giorni ipotizzati dagli addetti ai lavori». «Avevo notato qualche anomalia nelle scale: forse, agendo prima, non saremmo arrivati allo sgombero», aggiunge la proprietaria di un appartamento ora affittato a studenti universitari. Visibilmente provato anche un residente storico della palazzina. «È stato un trauma doversi spostare senza un reale preavviso e senza alcuna soluzione prospettata. Chissà quando rientreremo in casa».
Quanti precedenti La piaga dell’edilizia pericolante continua, dunque, a funestare la città. Lo scorso 5 marzo è avvenuto il crollo della palazzina in via Pinto che ha causato la perdita della casa a 14 famiglie alle quali si aggiungono le dieci del civico 16 della stessa strada, per via dei gravi danni riportati dall’edificio. Il 27 è stato evacuato un palazzo in via De Deo (dove è giunta la comunicazione di cessato pericolo, ma ora è necessario programmare i lavori per riottenere l’agibilità), mentre a luglio è stato sgomberato prima un fabbricato in via Giulio Petroni (in corso lavori per messa in sicurezza), poi due palazzine in via Monte San Michele ed una in via Emanuele Mola: in questi ultimi due casi è stato possibile far rientrare in casa circa 30 famiglie. L’ultimo episodio risale allo scorso 18 ottobre, con lo sgombero in via Siponto, a Japigia. Sette casi in otto mesi: il campanello d’allarme è evidente.

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