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Marina Berlusconi, la leader che tutti vogliono ci spiega cosa sono libertà e liberismo

 
Biagio Marzo

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Biagio Marzo

Marina Berlusconi, la leader che tutti vogliono ci spiega cosa sono libertà e liberismo

La figlia di Silvio ha deciso di non scendere in politica. Almeno per ora

Sabato 29 Giugno 2024, 13:25

Se non fosse Cavaliere del lavoro, fresca di nomina, dato che è presidente della Mondadori, potrebbe essere una leader politica con i fiocchi, senz’altro di Forza Italia, fondata da suo padre Silvio

Berlusconi. Marina Berlusconi è’ una imprenditrice di rango, degna figlia di suo padre alla quale non le passa dall’anticamera del cervello scendere in politica ne’ ora ne’ in futuro. Chiarito un punto di grande preoccupazione all’interno del Palazzo, in cui in molti hanno storto la bocca, per la sua intervista al Corriere della Sera.

Eppure Marina B ha tutte le qualità politiche di scendere in campo, sangue non mente. Prova ne sia l’intervista rilanciata al Corriere della Sera. Più che intervista è stato definito con enfasi un «Manifesto politico», - dettato alla giornalista Daniela Manca, la cui postura non è in ginocchio a baciarle la pantofola - che definiamo fresco in quanto di idee liberali e riformiste come metodo e privo di retorica e di rottura con la politica corrente di un certo mondo della destra conservatrice sui diritti civili. Una intervista da tradurre - come detto - in un programma, le cui novità politiche sono diverse e dimostrano quanto sono arretrate le forze politiche, tra le quali anche il suo partito di riferimento. Benché i leader di FI tengano a precisare che sui diritti ci sia stata sempre libertà di coscienza. Insomma, è una lezione di cui Forza Italia, in primis, dovrebbe porsi il problema di rinnovare il pensiero politico, liberandolo dalle sedimentazioni accumulate dalla politica politicante

e dai compromessi non sempre necessari. A ben pensarci, va di là dalle colonne d’Ercole, ossia dalla coalizione di maggioranza.

La Cav, - usando al femminile il copy di Giuliano Ferrara quando scrive del Cav - si sente sul tema dei diritti civili « più in sintonia alla sinistra di buon senso». Alla spicce, segue, con più coraggio non vestendo alcuna carica politica, il fil rouge del padre Silvio. Allorché puntualizza in chiave liberale: «Ognuno è libero di fare le sue scelte». Ovviamente, non sarebbe potuto essere diversamente.

Lo spunto dell’intervista è il rilancio della casa editrice «Silvio Berlusconi Editore» che si somma alle altre del gruppo Mondadori. In tempi non sospetti, il Cav aveva pubblicato testi con la casa editrice di cui sopra, quindi l’iniziativa della primogenita si inquadrerebbe in un vero e proprio rilancio. La cui parola d’ordine è la «Libertà», «tornata terribilmente d’attualità» . Il primo dei tre valori: «libertà, uguaglianza, fraternità», il celebre motto risalente al Settecento illuminista, associato all’epoca della Rivoluzione Francese. Poi divenuto il motto della Repubblica francese. Marina Berlusconi si sofferma sui valori dell’Occidente che vanno difesi con le unghie e con i denti: «L’Occidente sta vivendo una terribile crisi di identità. Guardi quello che succede nelle piazze, nelle università… Si protesta a favore di Hamas, ma dietro si legge un disprezzo profondo verso l’Occidente». E continua: «Guardi a quella sorta di malattia autoimmune chiamata cancel culture, secondo cui tutto quello che la nostra civiltà ha costruito è da buttare. Cosa c’è di più preoccupante di una grande cultura che rinnega sé stessa?». Di seguito, l’avanzare di quello che lei chiama «un inquietante fronte antioccidentale dalla Russia alla Cina». A ben vedere, è assillata vuoi da quello che sta avvenendo nel mondo: «Movimenti di idee in Europa antidemocratiche non può non allarmare vuoi l’esito del risultato elettorale negli USA». Non ci vuole molto a comprendere che Marina Berlusconi è preoccupata dalla vittoria di Trump. Esprime entusiasmo qualche partner della coalizione meloniana, non di certo chi ha scelto come stigma la «Libertà ». Il trumpismo autoctono, di cui è campione Salvini, non che stia nelle corde della Cav, che l’ha dimostrato in tante circostanze. Passando dalla geopolitica ai problemi di casa nostra, Marina B naviga come un pesce nell’acqua, avendo ancora le stigmate per tutto quello che hanno fatto, a torto e a ragione, al fondatore di Forza Italia. Alla lunga, alcune di queste colpe sono risultate delle bugie grandi come una casa: l’avventurismo politico, l’inimicizia per la magistratura, la deriva plebiscitaria , la vergogna e la rovina del Paese, l’impunità come regola di vita, la svolta populista, e chi più ne sa più ne metta. Per alcuni aspetti la solfa si ripete ancora con il passare degli anni.

Al dunque, la Cav risponde per le rime: «Io quest’emergenza democratica proprio non la vedo. Questo governo ha sempre rispettato pienamente le regole della democrazia e in politica estera ha mantenuto la barra dritta su posizioni europeiste e filoatlantiche».

Ma poi entra nel merito: «Cosa significhi realmente essere liberali». «Poi, per carità, ci sono anche temi su cui si può essere più o meno d’accordo. Personalmente, ad esempio, sui diritti civili. Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui, vede, si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà». Al contrario, del padre Silvio che da Capo del governo firmò - suo malgrado- il decreto di sospensione di alimentazione e di idratazione di Eluana Englaro.

Marina B non se n’è data per inteso di fare il suo ingresso in politica, ma se lo facesse non dormirebbero sonni tranquilli la leader del Nazareno e la premier di Palazzo Chigi.

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