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L’orgia dei talk, ma convincere è un po’ morire

L’orgia dei talk, ma convincere è un po’ morire

 
Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

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Rosario A. Polizzi e Camilla Sodano

L’orgia dei talk, ma convincere è un po’ morire

Una tragedia incombe sui cittadini-telespettatori: la messa in onda dei talk politici in periodo di par condicio

Lunedì 03 Giugno 2024, 16:58

Una tragedia incombe sui cittadini-telespettatori: la messa in onda dei talk politici in periodo di par condicio. Si presentano i signori candidati con simboli o segnaposti e cominciano la litania del nulla. Ciascuno di loro promette che, se gli/le diamo la preferenza, «un giorno tutto attorno sarà paradiso o ci saranno le premesse per il paradiso futuro». Ma come si fa a farsi convincere da queste patetiche parole senza alcun senso, sicuri che l’interlocutore sia assolutamente decerebrato? Eppure si continua a massacrare la gente «finché l’orario di propaganda non ci separa».

«La “gente” non esiste, se non come astratta categoria sociologica. Esistono le persone, ognuna contraddistinta da pensieri e interessi non sempre facilmente catalogabili. Nei media è in voga la pretesa di rappresentare invece la “gente”, definita in base a pigri stereotipi e a facili generalizzazioni, rifugio per evitare la fatica di dare voce alla complessità della società. Alcuni talk show sono campioni del “gentismo”: ne hanno fatto una bandiera ideologica, un palinsesto identitario con una funzione quasi sociale, se non addirittura catartica, dando sfogo a quella porzione di popolo eternamente arrabbiata, che si ritiene vittima di imprecisate e oscure macchinazioni delle élite»(A. Valesini).

In genere, c’è la tragedia locale e allora i candidati sindaci, sempre con simbolo e segnaposto, sciorinano tutto quanto non va e pretendono di convincere che con il loro arrivo nell’Istituzione «tutt’a post». Poi, negli ultimi giorni, con l’arrivo dei vertici, la tragedia diventa dramma di piazza e fuochi d’artificio perché di colpo il panorama si allarga e via con le promesse della realizzazione al mondo del «Mulino Bianco». È ormai diventata una compagnia di giro, a cui nessuno dei grandi leader politici e sindacali può sottrarsi, nemmeno volendolo.

Però il disfattismo, anche se cartaceo, non ci piace e allora qualche proposta per la nostra città ai candidati, almeno a quelli più smart. Lo spirito della proposta è cristallizzare il «passato». Programmare il futuro: per esempio, organizzare da subito, ciascuna coalizione, una sorta di conferenza dei servizi ombra con comprovati esperti per presentare oggi una proposta che ci indichi quale è la strada da percorrere.

Basta lamenti sulla realtà esistente, si lavorerà in seguito ed è inutile riparlarne. I cittadini la conoscono benissimo, non serve ogni volta sciorinarne l’elencazione. Povera routine politica, anche la scienza conferma (un team di psicologi delle università australiane di Monash, del Queensland e di Groningen) che quegli appelli sono destinati a rimanere inascoltati. Proposta flash: mini-bus elettrici che percorrano le strade della Bari storica fino a tardi, utilizzare gli stessi mezzi per percorrere anche i viali del Policlinico e dell’Ospedale Di Venere per collegare la città alle più grandi strutture ospedaliere, specie a tarda sera. Gli esperti facciano presto le proposte, ovviamente senza impegni economici ma solo con spirito costruttivo e per evitare le stantie orazioni improduttive.

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