Bene, eccoli di fronte, IA e la Politica. Certamente un bel confronto dato che una osmosi è possibile: da una parte l’innovazione e il possibile miglioramento della qualità della vita dei cittadini, e dall’altra parte per le imprese prospettive e futuro molto molto ampi. Ovviamente non è tutto «rose e fiori», specie per il mondo del lavoro e la sicurezza. Data la complessità di questo confronto e non scontro, non è sufficiente una regolamentazione a partenza Unione Europea ma necessita molto rapidamente una via per così dire nazionale.
Per questo motivo, è necessario un quadro normativo che regoli lo sviluppo e l’uso dell’IA in modo etico, responsabile e trasparente. L’UE è rapidamente intervenuta con la proposta di regolamento sull’IA, presentata dalla Commissione nel 2021 con una classificazione delle applicazioni dell’IA in proibite, ad alto rischio, a rischio limitato e a rischio minimo.
Da cui ne viene che le applicazioni devono rispettare una serie di requisiti, tra cui la qualità dei dati, la robustezza, la tracciabilità, l’accessibilità, la supervisione umana e l’informazione agli utenti. Le applicazioni a rischio limitato poi sono quelle che implicano l’interazione con gli utenti, o gli assistenti vocali, e devono essere chiaramente identificate come tali.
Le applicazioni a rischio minimo sono quelle che non presentano rischi significativi per i diritti o la sicurezza delle persone.
Oltre alla normativa europea, anche gli Stati membri possono adottare o aggiornare le proprie strategie nazionali sull’IA, tenendo conto delle specificità e delle priorità del territorio nazionale. Tra le azioni previste, vi sono la creazione di un Osservatorio Nazionale sull’IA (perché non in Puglia?), con il necessario coinvolgimento della società civile.
L’intelligenza artificiale (IA) sta diventando sempre più rilevante in molti settori, in prima istanza, la politica. Ecco alcune delle conseguenze che possono derivare dall’incontro tra IA e politica. Alcuni punti ci appaiono urgenti: dalla questione della privacy e sicurezza dei dati, dagli effetti sulla economia e sulla cultura. Non si può sottacere l’influenza sulla comunicazione e sulla preparazione di programmi politici e sull’impatto proprio sulla vita sociale. L’interlocuzione tra IA e politica è un campo in rapida evoluzione e le sue implicazioni possono cambiare nel tempo.
Quando la politica incontra l’IA, può succedere che si creino opportunità e sfide per il progresso e il benessere della società. Per affrontare questi scenari, è necessario un dialogo e una collaborazione tra i diversi livelli di governance, gli stakeholder e i cittadini, al fine di garantire uno sviluppo e un uso dell’IA che siano in linea con i principi e i valori condivisi. In conclusione, si può dire che l’Italia ha già avviato un processo di regolamentazione dell’IA, che si inserisce nel quadro più ampio dell’UE, e che prevede la creazione di un Osservatorio Nazionale sull’IA, (noi auspichiamo!), tra le altre iniziative.
Crediamo che tutti siano ben convinti, e provvedano da subito, che la regolamentazione dell’IA nel necessario discorso con la Politica, è un tema complesso e dinamico, che richiede un aggiornamento costante e una valutazione di impatto multidimensionale.