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Quelle visioni sbagliate del grande Kissinger: guerre, errori e potere

 
Umberto Sulpasso

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Umberto Sulpasso

Quelle visioni sbagliate del grande Kissinger: guerre, errori e potere

Sul medio termine, diciamo 50 anni, tutte le sue iniziative della diplomazia si sono rivelate negative per gli Usa

Sabato 09 Dicembre 2023, 15:37

Che Henry Kissinger sia stato un uomo di potere, non c’è dubbio, che sia stato un potere lungimirante è da escludere. Dal lato americano, diciamo meglio da quello degli USA il giudizio sulla visione diplomatica di Kissinger è assolutamente negativo. Sul medio termine, diciamo 50 anni, tutte le iniziative della diplomazia di Kissinger si sono rivelate negative per gli USA.
Facciamo solo tre esempi. Invasione del Laos e della Cambogia, sono due fallimenti totali che hanno fatto perdere la credibilità alla politica americana nella Indonesia. La guerra vietnamita non fu vinta ma masse di civili – circa 150,000 – furono uccisi in quei due Paesi. Risultato: il ruolo americano nell’Indonesia divenne definitivamente quello di un aggressore.

Mediterraneo e Cile. Ossessionato dal confronto con l’URSS la diplomazia kissngeriana non esitò a nessuna iniziativa che ostacolasse il percorso democratico dei partiti comunisti. Un delitto diplomatico assoluto. Mentre un geniale politico come Moro le opposizioni le inglobava per metabolizzarle all’interno del sistema DC – gli era riuscito con il PSI, gli sarebbe riuscito con il PCI - un politico del potere come Kissinger le distruggeva con tutti i mezzi leciti ma soprattutto illeciti. Di fatto, ne faceva dei comunisti degli eroi popolari e consolidava sul nascere le future opposizioni sotterranee. Per limitarci al continente Sud America, dichiarato dal Presidente Monroe giardino di casa propria, Kissinger non è stato capace di trasformarli in alleati. Ha usato la diplomazia della violenza in tutte le sue forme. Ora è indubbio che il potere USA era sproporzionato rispetto alle realtà dell’America del Sud, ma la genialità diplomatica si sarebbe dovuta esprimere nella capacità di cooptazione non di storica ostilità. In Sud America il risultato è che gli USA sono rimasti simbolo di oppressione e di brutalità. Macchie diplomatiche che il tempo non cancella.

Ma dove il fallimento della diplomazia Kissengeriana è più totale, da un punto di vista americano si intende, è nel caso della CINA. Ossessionato dal problema URSS, la sua apparente genialata è stata di evocare una potenza cinese sulle ceneri di uno stato nazionalista comunista poverissimo in beni materiali, in tecnologia, in risorse diplomatiche. E ne ha fatto un gigante in grado di contrapporsi agli USA in tutti e tre questi territori. Genialata questa? Non è azzardato dire che Kissinger ha evocato la Cina moderna, il Paese che si oppone agli USA aimassimi livelli planetari e senza l’apertura di Kissinger la Cina sarebbe ancora un Paese privo di mezzi, povero di intelligenze tecnologiche e scarso di risorse finanziarie. Ora che la Cina sia giustamente attore a gran titolo nel consesso internazionale è indubbiamente fatto positivo. Il mondo avrà un suo equilibrio pacifico e di crescita quando sarà diventato multipolare, e in aggiunta è giusto anche che la Cina aspiri ad una totale unità territoriale, inclusa Taiwan, ma dal punto di vista americano se la Cina attuale è una minaccia agli USA questo lo si deve a Kissinger.
In sostanza la sua diplomazia anche a prescindere dall’esercizio brutale del suo potere, spesso confuso con diplomazia realistica, è un fallimento ragguardevole per la politica americana nell’Indonesia, nel Sud America e con l’Asia.
Ma il suo fallimento intellettuale più totale di Kissinger è nella incapacità di capire che il suo grande riferimento storico Metternich, i poteri li controllava lasciandoli giocare gli uni contro gli altri in quanto tali. L’indebolimento di un potere sbilanciava gli equilibri. È lo stesso errore che fa oggi la Nato. Indebolendo la Russia potenzia disequilibri difficili da controllare. La genialità di Metternich era di capire che per il potere degli equilibri - che lui gestiva ed esercitava - sono necessari poteri forti, non deboli.

Un Allende assorbito nel quadro democratico occidentale come Moro sarebbe stato capace di fare, avrebbe assicurato agli USA un potere stabile nel «cortile» – secondo Monroe - del potere del Nord. Un tempestivo accordo con il Vietnam invece che un incrudelire in un conflitto già perso, allargandolo al Laos e alla Cambogia, avrebbe mantenuto un ruolo americano nel sud est asiatico. Il non aver perseguito questi obiettivi sono il segno di un fallimento dell’intelligenza diplomatica di Kissinger che danneggia anche oggi gli USA: l’esercizio del potere brutale, non è diplomazia.
Oggi il mondo si trova davanti a una grande alternativa. Mondo unipolare con perdurare dell’ordine post secondo guerra mondiale o ordine multipolare. Può sembrare a miopi diplomatici americani che mantenere un monopolarismo antico sia sintomo di perdurante potenza. Ma non è così. Liberate agli USA un terzo del budget speso per costose basi all’estero, e l’economia americana acquista una capacità espansiva enorme. Riducete le spese militari di guerra fredda logica conseguenza del monopolarismo e l’incidenza politica americana si decuplica. Il multipolarismo oltre ad essere una inevitabile necessità storica è anche dal punto di vista americano una carta sensazionale di affermazione politica ed economica degli USA. Paradossalmente, Trump lo capisce, Kissinger no.

In un mondo che si avvia a diventare – giustamente - multipolare, Kissinger è frutto di una politica antica e antiquata di potere bruto, e la diplomazia di Kissinger in prospettiva ha danneggiato gli USA creandogli il nuovo e più potente avversario di sempre, la Cina. Il mondo multipolare ha bisogno di un Metternich progressista per vivere e progredire, non di un antiquato Kissinger.

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