Poiché l’economia è favola e leggenda, è bene raccontarla cosi, ma purtroppo quando si scende sul terrno pratico è qualcosa di diverso. Vorrei citare un bel libro «Perché la Puglia non è (ancora) la California» di Franco Tato, pubblicato dal Dalai editore nel 2000.
Intanto per sgombrare il terreno da accuse di nichilismo che certo non mi riguardano, dico subito che in economia i limiti servono, per capire la realtà. Le leggende sono utilissime per ispirare e cercare di adeguarsi.
Nel 1960 l’editore Laterza, eccellente allora ed ora, pubblicò un magnifico libro di A.Saitta, «Storie e Miti del ‘900» che andrebbe aggiornato alla seconda metà de lsecolo per due temi, Petrolio e Informazioni, mi proverò a dare brevissimi riferimenti «mitologici» e Leggendari per riportarli alla nostra amata Puglia.
Castello di Achnacarry, Scozia, una dozzina di uomini decisero che il petrolio era cosa loro e guai a chi lo toccava.. Perché andarono a rintanarsi in quel castello per la verità bruttino non si sa, ma si sa perché lo fecero. C’era tanto di quel petrolio in Iran, allora Persia, che era preferibile spatirselo in pochi e al finale furono in 7. Sorelle, definite da Enrico Mattei. Fra i 7 ovviamente nessun iraniano. Figuriamoci, Mica era a casa loro: Mossaddegh che non aveva capito l’antifona e pensò di nazionalizzarlo quel petrolio fu invitato a soprassedere: un po’ di carcere vero, poi carcere a casa fino alla sua scomparsa, non avvenuta in volo come a qualcun altro che volle intromettesi. Miti? In quella scara dozzina – Quentin Tarantino non era ancora nato e quindi non era ancora sporca dozzina - c’era John D Rockfeller, giovane di belle speranze. Speranze confermate dall’essere diventato il primo miliardario USA, ed averne accumulati di quei miliardi varie centinaia. Leggende? Terreni puzzolenti di liquido nero melmoso, diventati pozzi di ora. Non giallo ma oro nero. Magari, ma ad averne! Favole? Guerre di liberazione in nome della libertà di pensiero.
Favole, Miti, Leggende? Ma sul terreno pratico se dovessimo fare l’inventario delle guerre del petrolio sarebbero centinaia. I decessi, decine di milioni. Milioni non solo uomini, ma anche milioni di pesci deceduti per esempio per via del Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica grande più della Francia che circola nel Pacifico. Prima o poi dovrebbero metterci un aeroporto per poterla andare a visitare. Un casinò per scommettere, e qualche albergo. Perché dal Mto alla Leggenda poi sul terreno pratico, pensiamoci prima di fare buchi nel mare di fronte alle Tremiti.
Altro Mito, forse il più affascinante, è quello della Silicon Valley. La sabbia, quella ordinaria, magari quella che si trova all’arena San Francesco, diventa oro. Un garage diventa fabbrica.
Un garage ordinario, magari quello chs si trovava in via Quntino Sella dove parcheggiavo la mia amata e molesta ‘600.
Steve Jobs, un giovane di belle speranze si inventa la Apple in un garage, Ha sabbia a disposizione e nasce la leggenda Ma per cercare di riprodurre la Favola occorre attrezzarsi di comprensione tecnica.. Caro Enzo, vengono in Puglia alcune filiali della imprese. Ottimo. Ma questa è semplice delocalizzazione produttiva. Ci sono dei benefici dati. Bravi chi li ha dati. Dei vantaggi, magnifico. Ma la delocalizzazione è per natura nomade. Va.. non dove lo porta il cuore.. ma dove lo portano i benefici del momento.
Silicon Valley. Decine di aziende tecnologicamente avanzate. Migliaia di brevetti. Università e istituti di ricerche a go go. Quattro delle prime sette società più ricche del New York stock exchange. Un campus Apple di svariati miliardi dove è vietato l’accesso. come è successo tutto ciò? Tre fattori. La finanza articolata in tre stadi (Venture capital, Credito ordinario e Borsa valori tecnologica). Strutture di ricerca integrate. Hardaware software. E anche, sembrerà strano ma è così, strutture abitative per i ricercatori concentrate. Steve ha fatto la sua Apple in garage ma in quel contesto.
Che la Puglia possa fare tutto questo non è da escludere, anzi è bello riproporselo. Nel bel libro di Tatò c’era una parentesi «La Puglia non è (ancora) la California». Ma per levare quell’ancora bisogna riprodurre quelle realtà e non fare affidaemento sulla semplice delocalizzazione. Facciamolo.
Caro Enzo, anni fa portai a Bari per l’inaugurazione di Tecnopolis, voluta dall’eccellente prof. Romano, una delegazione californiana che era in grado di promuovere quella struttura.
All’epoca lavoravo molto a Berkely. C’erano grandi società high tech. Alcune divenute mondiali. C’erano politici californiani. C’erano banchieri. Ma di fatto non successe niente.
Ed ora? La tua suggestione diventi uno stimolo. C’è un G20 in arrivo a Delhi. Un G7 in previsione a Brindisi. Proposta: Perché non trasformiamo la Fiera del Levante in Far East and Far West delle nuove tecnologie? La Fiera del Levante, oggi che tutti gli oggetti sono disponibili su Amazon, per un futuro moderno, deve diventare catalizzatore integrato di tutte quelle realtà. Facciamo una Fiera dei nuovi software, dal gioco, al cine, alle nuove chat. E il luna park sia quello dei Tech Game. Garantiti frotte di giovani.
Tuffiamoci nel Mito, ma operativamente. La Fiera del Levante è la carta giusta per sorprendere anche i G7.
Caro Presidente della Regione, caro editore Laterza, care stazioni televisive locali, cara fondazione Dioguardi, cara fondazione Polis, e soprattutto care (costose) istituzione finanziarie che siete decisive per realizzare questo Mito. Tutti ne trarrebbero benefici. E che la «Gazzetta del Mezzogiorno» sia la voce parlante del nuovo Far East Far West della Fiera e del G7. Direttore contiamo su di te. Questa è la nuova vita moderna. Ma, carissimo Enzo, non confondiamo Delocalizzazione con Silicon Valley.