La strada maestra è tracciata dall’articolo 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea: Libertà di espressione e d'informazione: «1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera» e poi: «2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati».
È indispensabile riflettere lungo questo sentiero per commemorare - anche se, non basta un solo giorno - la libertà di stampa proprio oggi 3 Maggio in occasione della Giornata mondiale proclamata esattamente trenta anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dietro raccomandazione della Conferenza Generale dell’Unesco.
L’anno appena trascorso, stando ai dati di Reporter senza frontiere, è l’anno dei record in negativo se si considera che nel 2022 si sono registrati 533 giornalisti in carcere, 57 uccisi, 65 rapiti e 49 risultano ancora dispersi. La guerra in Ucraina segna un punto fermo per quanto riguarda l’aumento delle morti di giornalisti e giornaliste nel 2022 con il 18,8% in più del 2021.
Alla Cina il primato della carcerazione dove i livelli di censura e sorveglianza sono asfissianti con almeno 110 colleghi dietro le sbarre. E’ opportuno ricordare che con la sempre più costante diffusione dei nuovi canali digitali pone il giornalismo in una situazione di costante attacco anche alla luce dell’insistente e deleteria azione di disinformazione.
Il Parlamento europeo, relativamente alla protezione della stampa libera, nel novembre 2021 adottò una specifica risoluzione sul rafforzamento della libertà e del pluralismo dei media nell’Ue mentre l’anno scorso la commissione speciale del Parlamento sulle ingerenze straniere nell’Ue ha esortato alla creazione di «una strategia comune per far fronte alle interferenze straniere e alle campagne di disinformazione e ha chiesto maggiore sostegno ai media indipendenti, ai verificatori di fatti e ai ricercatori».
A tal proposito merita un plauso l’istituzione da parte del Parlamento del Premio Daphne Caruana Galizia in memoria della giornalista maltese uccisa in un attentato dinamitardo nel 2017, non dimenticando il collega greco George Karaivaz ucciso a colpi di arma da fuoco ad Atene nell’aprile 2021 e il giornalista investigativo olandese Peter R. de Vries ammazzato ad Amsterdam nel luglio dello stesso anno. «Voglio che l’Ue guidi la lotta per proteggere queste voci coraggiose e voglio che l’Unione europea diventi quello che definirei un centro per la libertà dei media», ha dichiarato qualche giorno fa Vera Jourova la vice presidente della Commissione europea in occasione della giornata odierna forte della convinzione che «i giornalisti debbano essere in grado di svolgere il proprio lavoro senza paura» ricordando che lo scorso settembre, la Commissione ha proposto l’European Media Freedom Act (Emfa), una legge per proteggere meglio i media indipendenti dall’influenza della politica.
In ultimo ma non per ultimo è doveroso ricordare, come monito alla necessità di salvaguardare la libertà di stampa, che la sala stampa del Parlamento europeo di Bruxelles è dedicata alla giornalista russa Anna Politkovskaja, quella di Strasburgo a Daphne Caruana Galizia e, sempre in Francia, lo studio radiofonico dedicato ai giovani colleghi Antonio Megalizzi e Bartek Orent-Niedzielski.