Sabato 06 Settembre 2025 | 09:14

Cari politici «incontinenti», il silenzio è meglio di una battuta sbagliata

 
Nunzia Bernardini

Reporter:

Nunzia Bernardini

25 aprile, foto storica

Quei personaggi pubblici ospiti dei talk show : dibattito scadente e modelli da non imitare

Martedì 25 Aprile 2023, 14:42

14:45

Un consiglio (non richiesto) alla nostra classe politica «nei dintorni» del 25 Aprile potrebbe essere quello di praticare una sana «continenza» verbale.

Il suggerimento è valido sia per chi parla sia per chi replica! La rissa verbale a cui stiamo assistendo può produrre effetti gravi: l’effetto imitazione è un rischio pericolosissimo perché può fare da moltiplicatore e contagiare chi non ha una matura capacità di valutazione.

È cosa nota che ogni personaggio pubblico può rappresentare, nel bene o nel male, un modello di riferimento e in questo periodo mi pare che ci siano moltissimi esempi da non imitare, piuttosto che esempi positivi e imitabili.

Innanzitutto mi riferisco alla proprietà del linguaggio da usare. La nostra lingua viene certamente in soccorso a coloro che, dagli scranni più elevati delle istituzioni, vogliono o devono esprimere prese di posizioni, pensieri e concetti rivolti a tutti. L’italiano è una lingua fantastica che aiuta coloro capaci di cercare con attenzione le espressioni più appropriate per esprimere il proprio pensiero. Questa ricerca richiede riflessione e chiarezza di idee ed ha come nemica la superficialità, la fretta, la rabbia o peggio ancora la vendetta verbale.

In caso di… pericolo è preferibile consultare un «sano» appunto scritto oppure fare una pausa che consenta di cercare l’espressione più adatta: piuttosto che una battuta sbagliata è meglio il silenzio.

Forse il sommo poeta Dante usava l’espressione «di un bel tacer non fu mai scritto»….ma chiunque sia l’autore resta il senso utilissimo del proverbio! Ai ragazzi ed alle ragazze della generazione nata dopo il 2000, la Scuola, con i suoi programmi didattici e la classe politica con le proprie esternazioni, dovrebbero spiegare con un lessico appropriato, la storia recente del ‘900, le sue contraddizioni, gli orrori e gli eroismi, le grandi ideologie con le speranze che hanno generato ma anche i loro dolorosi fallimenti, la differenza tra etnia e razza oppure tra democrazia e totalitarismo.

Non serve e non è utile l’abitudine o meglio il vizio di racchiudere ogni ragionamento nella contrapposizione tra fascismo ed antifascismo perché questa estrema sintesi è limitativa della complessità dei concetti che i due termini comportano.
Ferma restando la condanna delle guerre e di ogni totalitarismo illiberale, sarebbe (forse) più utile graduare i concetti ed aiutare i ragazzi a fare dei distinguo per offrire una chiave di lettura più utile nella loro vita quotidiana dove regnano la violenza verbale e (ahimè) fisica, l’intolleranza, l’arroganza, il mancato senso civico ed il non rispetto delle regole della convivenza sociale. Le libertà individuali si sono dilatate enormemente e siamo giunti ad un dannoso individualismo spinto fino a conseguenze estreme.

Sempre più spesso i modelli offerti da «autorevoli» ospiti delle trasmissioni televisive non sono quelli del confronto con considerazioni che possano aiutare il pubblico a capire la complessità dei problemi bensì quelli della rissa, dell’insulto, del sovrapporsi isterico delle voci, che riduce quel confronto a qualcosa di più simile allo scontro tra tifoserie.
Sarà anche questo il motivo per cui il sabato sera in molte Piazze italiane, intere comitive di ragazzi si scontrano e si picchiano per i motivi più assurdi o insignificanti? Potrebbe essere utile ripensare al senso profondo delle parole di Aldo Moro che oggi suonano quasi come una «profezia»: «Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)