Sabato 06 Settembre 2025 | 12:41

La fortuna di Trump è nella complessità dell’America di oggi

 
Dorella Cianci

Reporter:

Dorella Cianci

La fortuna di Trump è nella complessità dell’America di oggi

Il tycoon ha completamente trasformato il rapporto tra la presidenza degli Stati Uniti e lo stato di diritto, affermando, in più occasioni, che un presidente è al di sopra della legge e la legge deve essere al suo servizio

Sabato 01 Aprile 2023, 13:29

Il tycoon ha completamente trasformato il rapporto tra la presidenza degli Stati Uniti e lo stato di diritto, affermando, in più occasioni, che un presidente è al di sopra della legge e la legge deve essere al suo servizio. 

La realtà tuttavia è incontrovertibile, anche in un momento decisamente buio della storia americana. Le azioni di Trump come presidente e come candidato saranno formalmente giudicate, con la possibilità di sanzioni penali in gioco. Le sanzioni ci saranno o non ci saranno? Molti sono sicuramente convinti che, anche questa volta, Trump se la caverà. Non importa! La riflessione sul momento è ben più ampia.

Trump, nella totale disattenzione di una buona parte degli americani, ha gravemente danneggiato le istituzioni politiche e le ha nuovamente minacciate, con richieste di proteste violente diffuse, a seguito delle sue incriminazioni.  Quelle stesse istituzioni, però, stanno cercando dignitosamente di resistere, perseguendo l’idea di ritenerlo comunque responsabile di un grave danno di immagine nei confronti della democrazia americana; stanno andando ben oltre i consensi di una notevole fetta di popolo che, al momento, è scarsamente lucido e con il valore della democrazia fin troppo offuscato.

Il New York Times scrive in queste ore: «Le accuse contro Donald J. Trump saranno formalmente aperte quando verrà chiamato in giudizio. Trump è il primo ex presidente a essere un imputato penale. La sua incriminazione mette i sistemi giuridici e politici degli Stati Uniti in un territorio spinoso e inesplorato». Intanto il tycoon ha definito l’accusa una «persecuzione politica» tentando, anche questa volta, la soluzione retorica del vittimismo, che esige poi il controcanto dell’adulazione e della compassione popolare.

L’ex presidente ha poi spinto i repubblicani (amebe di un partito prigioniero, ormai, del trumpismo, spesso loro malgrado) a reagire, ricordando, la scorsa settimana, che sarebbe stato incriminato per presunti pagamenti alla star del cinema porno Stormy Daniels, forse pagata lautamente, in cambio del silenzio, con i soldi pubblici. Perché? Esclusivamente per la necessità di mantenere «salda» la visione di una politica radicata intorno ai valori (apparenti) della cosiddetta famiglia tradizionale del progetto America first, salvo poi essere stato – probabilmente - partecipe di un’orgia, in Russia, il cui video resterebbe nelle mani dei servizi segreti americani e soprattutto russi (anche per continuare a considerare Trump l’uomo di Putin negli Usa, come ha di recente affermato la giornalista Rula Jebreal).

Eppure Trump oggi è ancora il favorito nel campo repubblicano del 2024, con il sostegno del 44% dei repubblicani (in un sondaggio Reuters/Ipsos di lunedì scorso), collocandosi davanti al governatore della Florida, Ron DeSantis. Ovviamente l’accusa penale pone ampi pericoli per un candidato in cerca di rielezione. I suoi mezzi per aggirare il momento? Continuare a solleticare gli argomenti razzisti, antidemocratici e omofobici dei Proud boys, servi sciocchi di un potere corrotto.

E dall’estero quali sono le reazioni? In Cina, l’accusa è stata un argomento di tendenza sulla piattaforma del social media Sina Weibo. Alcuni utenti hanno preso in giro Trump, dicendo che, se fosse stato condannato, avrebbero sperato in una sentenza indulgente, perché «ha portato, nel corso degli anni, un po’ di comicità nella sfera politica internazionale». Altri, ironicamente, l’hanno invitato a ritirarsi a vita privata lì (se non addirittura a Taiwan, con un chiaro riferimento provocatorio). Va comunque ricordato che Donald Trump, e il suo impero economico, sono attualmente oggetto di ben cinque importanti inchieste, una sfida davvero singolare per chiunque, figuriamoci per un ex, e forse futuro, presidente degli Stati Uniti. Si tratta di indagini complicate, con percorsi lunghi e tortuosi per la risoluzione e che coinvolgono decine di investigatori e testimoni federali in tutto il Paese: dai politici desiderosi ancora di proteggersi sotto la sua ricca ala (come ha detto la CNN) al popolino, che vede nel tycoon una forma per sopraffare lo Stato, di cui – senza sapere le vere cause – sono quotidianamente insoddisfatti.

Paul Watzlawick avrebbe detto che occorrono delle istruzioni per l’uso per comprendere la complessità (e la pacchianata) di una parte di America.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)