Domenica 07 Settembre 2025 | 09:37

Autonomia differenziata, no al progetto che può «uccidere» il Sud

 
Lino Patruno

Reporter:

Lino Patruno

Ripresa in Italia? Ma il Sud è escluso

Il nuovo governo sappia che se c’è chi si appiglia alla Costituzione per arricchirsi ancora di più ai danni del Sud, verso il Sud i precedenti governi quella Costituzione l’hanno invece ignorata

Venerdì 21 Ottobre 2022, 14:54

14:57

Bisogna farla, anche se la battaglia contro l’autonomia differenziata sarebbe un’altra battaglia di retroguardia del Sud. Perché sono sempre gli altri a imporgli l’agenda. Quell’autonomia richiesta (per ora) da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna è prevista dalla Costituzione, è vero. Ma è la stessa Costituzione che esclude differenze di trattamento per i cittadini a seconda del luogo di nascita. Ed è la stessa Costituzione che impone allo Stato di intervenire contro le diseguaglianze. Riguardo al Sud questa Costituzione è violata da almeno 21 anni. Ma né i governi hanno fatto nulla finora per cancellare le differenze di trattamento e le diseguaglianze. Né il Sud ne ha fatto una battaglia, questa sì di avanguardia.

Il nuovo governo sappia che se c’è chi si appiglia alla Costituzione per arricchirsi ancora di più ai danni del Sud, verso il Sud i precedenti governi quella Costituzione l’hanno invece ignorata. Un colpo di Stato per omissione verso un terzo del Paese e più di un terzo della popolazione. Con omissione di azione anche da parte della classe dirigente del Sud, che non è solo quella politica. Perché c’è purtroppo anche una società civile del Sud scoraggiata e disillusa. Con un Sud da prodigi economici a essa stessa in buona parte ignoti. Sud che riesce a fare il più col meno. Ma società civile che fa poco per imporre di non essere trattata da diversamente italiana, vittima della convinzione (sbagliata) che non ci sia più nulla da fare. E continuare a vedere partire i suoi figli.

Ma con l’autonomia differenziata e le sue conseguenze, il Sud rischia di vedere ancora scendere il livello dei suoi diritti sociali già tutti al disotto del minimo costituzionale. Sanità, trasporti, scuola, università, asili nido, assistenza agli anziani e ai disabili. Insomma rischia di stare peggio. Fino al punto che almeno uno dei suoi ospedali e una delle sue università potrebbero chiudere ogni mese per mancanza di mezzi. E vedere anche le sue infrastrutture scendere ancora da quel 50 per cento in meno rispetto al Centro Nord. E di fronte a tutto questo, non c’è partito uno (tranne a sinistra del Pd) che non abbia gioiosamente dichiarato che quell’autonomia dei ricchi spetta per il diritto di diventare ancora più ricchi e far diventare il Sud più povero.

Ecco perché ora questa società civile e politica deve muoversi. Perché è ora o mai più. Per avere il coraggio di guardare negli occhi i suoi ragazzi costretti a emigrare. Per avere il coraggio di guardare negli occhi i suoi vecchi che muoiono prima perché non ce la fanno più a curarsi. Per avere il coraggio di guardare negli occhi i suoi lavoratori e i suoi imprenditori che davvero possono dare lezioni di sviluppo all’Italia, visto quanto di grande riescono a fare nelle peggiori condizioni. Di grande nonostante tutto.

Si devono muovere insieme: parlamentari (una volta tanto), Regioni, imprenditori, sindacati, intellettuali, stampa, associazioni, volontariato. Seguendo la Chiesa che lo ha già fatto da tempo. E magari concordandolo in quegli Stati Generali proposti da Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale di Puglia. Stati Generali che non siano il solito modo di non fare spacciandolo per fare. Mentre della partita pare che sarebbero anche presidenti delle Regioni (Emiliano in testa) in passato più possibilisti verso i colleghi del Nord. Una polpetta avvelenata. E sotto sotto l’attesa che una autonomia esportata anche al Sud desse loro più potere che giustizia per il Sud.

E attenti alle trappole buoniste del trio Zaia-Fontana-Bonaccini. Gatti e volpi in cerca di Pinocchio. L’autonomia è una truffa a loro vantaggio anche se non chiedessero (come fortissimamente vorrebbero) di trattenere le loro tasse a casa loro impoverendo lo Stato (e il Sud). Sarebbe già una truffa se il governo gli concedesse di svolgere le funzioni ora dello Stato a parità di condizioni: tanto spendo io, tanto ti do se vuoi sostituirmi. Perché quella spesa a loro vantaggio è una spesa storica che sottrae al Sud 61 miliardi l’anno che al Sud spetterebbero e vanno al Nord. Non essendo mai stati calcolati i bisogni essenziali del Sud (i Lep). Ciò che consente di trattarlo al di sotto di questi suoi bisogni essenziali. Che sono vita di ogni giorno, non un di più per giocarselo alla roulette.

L’Istat ha comunicato che la Puglia (pur la Puglia deluxe del turismo e del cinema, figuriamoci) è la regione col più alto numero di famiglie in povertà relativa (800 mila persone su meno di 4 milioni). Fra caro-bollette e chiusure di chi si arrende. Oggi tu e domani io. Si dice dalle nostre parti: l’acqua che non piove, in cielo sta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)