Siete l’unico esercito che vorremmo avere: oltre 7milioni e 400mila (Miur, 2021). Soprattutto siete, figli o nipoti, il nostro bene più prezioso, tutto ciò per cui – ancora - vale la pena di lottare. Tra pochissimo comincerete un nuovo anno scolastico: buona sorte vi porti. Augurio retorico ma non troppo, dopo il tempo del Covid e durante il tempo della Guerra. Comunque al netto della retorica che abbonda dai tempi della piccola vedetta lombarda di deamicisiana memoria ( mai uno scugnizzo napoletano, nell’Italia (de)scritta dai settentrionali) proprio di buona sorte avrete bisogno.
Spero, con tutta la forza degli antichi sogni nati nel ‘68 e proseguiti per il decennio successivo, che i vostri oltre 684mila docenti siano preparati al ruolo, ovviamente: ma pure a plasmare in voi un approccio critico e autonomo rispetto a ciò che studierete. E dunque a ciò che vivrete. Sappiatelo miei cari, tempi duri vi attendono: mica per i termosifoni tiepidi, anzi piantatela di frignare e infilatevi un maglione pesante. C’è anche il ben più temibile pensiero unico verso il quale, chi comanda, ovunque, vorrebbe tutti proni. C’è pure il pensiero che tiene tutti svegli di notte: le bollette da pagare e il lavoro che non c’è. In Puglia mancano 500 docenti di ruolo: il che, ai miei tempi e pure ai vostri, significa il ballo delle supplenze. Doppia buona sorte, in questo caso, anche ai vostri prof.
Il 25 di questo mese - avrete appena cominciato ad aprire i libri - vi stopperanno con le elezioni. Scuola chiusa e tutti alle urne. Forse. Un politico, un leader, il cui carisma viene ancora attivamente ricercato all’interno del partito che guida, ha detto: «Per ricostruire l’Italia saranno necessari anima e cacciavite». Splendida immagine, ragazzi. Tuttavia, a me come a tanti italiani appartenenti alla oggi impoverita classe media - cioè quella che manda avanti il Paese da sempre, siatene orgogliosi e fate valere questa condizione in ogni dove - capita di fare i conti della massaia. Vale a dire: quando l’aria si fa amara, bisogna risparmiare tagliando e sforbiciando il superfluo. In politica la chiamano demagogia, talvolta è semplice decenza, buon senso. Quanto è demagogico chiedere alle nonnine e ai nonnini di tutta Italia di tenere bassi i termosifoni e spente le tv (come se non lo facessero già!) e non domandare a se stessi di tagliare i propri lauti compensi, e quelli doratissimi di onorevoli, senatori, supermanager di Stato e boiardi vari? È demagogico dire che alla Regione Puglia si è dato un bonus da 30mila euro (come da contratto, ci mancherebbe) ad un alto funzionario, attualmente candidato alle elezioni, violando con sconcertante tempistica la legge più importante e disattesa di tutte: ovvero quella della decenza e del buon gusto? Perché vedete, ragazzi amatissimi e unico futuro che ancora ci sorride, quelli pubblici sono soldi di tutti. Nostri. Vostri. Non loro. La vita, spesso bastarda, è sempre un’avventura incredibile: pertanto vi auguro comunque di averne tantissima, magari con una sanità che vi curi senza accopparvi. E qualche sogno realizzato. Vi auguro soprattutto, ragazzi di ogni ordine e grado, una vita attenta e rispettosa di ciò che vi sta intorno. Non fatevi distrarre troppo dalla cagnara di chi vi vorrebbe ignoranti e cafoni: ci proveranno in tutti i modi a fregarvi. Com’è che si dice? Ne uccide più l’ignoranza della fame.
Perdonerete questo pistolotto di una che all’improvviso, come tutti, scopre che i panettoni da mangiare sono inevitabilmente meno di quelli già mangiati: sempre meglio di qualche ticktoccato di testa che finge di essere uno di voi. Voi siete teneri da piccolini, coi grembiulini: talvolta, appena cresciuti, indolenti e alieni col cellulare in mano. Forse non sarete la meglio gioventù (ce n’è mai stata una?) ma siete innocenti, incolpevoli ai quali stiamo lasciando un mondo ridotto male. La Scuola (se fatta con impegno da parte vostra e dei vostri docenti e per quanto malconcia come tutto il resto) può essere un valore fondante per la vita che vi attende: il vostro futuro è nelle vostre mani. Buona sorte.